Come un probiotico orale può ridurre l’incidenza di COVID-19?

Dall’inizio della nuova pandemia da SARS-CoV-2 gli studi pubblicati per scoprire le modalità di trasmissione e di sviluppo del virus sono stati numerosi.

Recenti acquisizioni hanno mostrato un ruolo importante giocato dal microbiota del cavo orale.

Già Iebba et al. aveva profilato il microbiota orale dei soggetti ricoverati per COVID-19 rispetto ai controlli sani, evidenziando comunità batteriche che contraddistinguevano i soggetti malati dai sani. In particolare, nei pazienti COVID-19 c’era un’abbondanza di batteri patogeni tipici del cavo orale come Prevotella e Veillonella spp. con aumento delle interleuchine pro-infiammatorie come IL-6, coinvolta anche nella tempesta citochinica dei pazienti COVID-19 più gravi.

Al contrario, i soggetti sani erano caratterizzati da una riduzione di batteri potenzialmente patogeni e un’abbondanza di Streptococcus, in particolare della specie S. salivarius. I ricercatori al termine del lavoro affermavano proprio la necessità di sviluppare probiotici orali con ceppi commensali eventualmente da utilizzare durante la pandemia come intervento per ridurre incidenza e gravita dell’infezione.

Recentemente nello studio The administration of S. salivarius K12 to children may reduce the rate of SARS-CoV-2 infection i ricercatori, nel valutare la riduzione delle faringotonsilliti batteriche e virali in ambito pediatrico tramite l’uso profilattico dello S. salivarius K12, hanno analizzato anche i casi positivi da SARS-CoV-2 emersi durante il lavoro.

Quali risultati ha mostrato l’uso di S. salivarius K12 nei bambini a contatto con il virus da COVID-19?

Nello studio randomizzato e controllato ancora in corso volto a valutare il ruolo profilattico del probiotico orale S. salivarius K12 nella prevenzione della faringotonsillite batterica e virale, i ricercatori hanno arruolato 128 bambini che frequentavano la scuola nell’area di Milano, trattati per 90 giorni consecutivi nel periodo settembre – dicembre 2020.

Durante lo studio, nei due gruppi di 64 bambini l’uno, si sono verificati casi di contatto stretto con positivi al COVID-19 o con sintomi riconducibili alla malattia per un totale di 33 bambini nel gruppo trattato e 46 contatti nel gruppo controllo e per questo sottoposti a tampone molecolare per la ricerca di SARS-CoV-2.

I dati preliminari hanno confermato che i bambini trattati con lo S. salivarius K12 avevano avuto una forte riduzione di tutte le problematiche relative alle alte vie respiratorie: febbre, faringodinia, rinite e tosse rispetto ai soggetti di controllo dove la sintomatologia si è manifestata in oltre il 75% dei casi.

Il dato più interessante, con un’alta significatività statistica (P=0.001), è risultato dai positivi al COVID-19: ben 24 soggetti sui 46 indagati del gruppo di controllo sono risultati con tampone positivo, mentre dei 33 soggetti del gruppo trattato nessun bambino si è ammalato di COVID-19.

I ricercatori concludono che questa relazione, molto preliminare, sembra sostenere l’ipotesi di Iebba et al. che la somministrazione di un probiotico orale contenente batteri appartenenti ai consorzi protettivi verso SARS-CoV-2 potrebbe prevenirne l’infezione.

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