Terapia sicura per le donne con sindrome climaterica che non possono fare l’HTR: Cimicifuga racemosa. Sono tutte uguali?
Nel recente articolo Review & meta-analysis: isopropanolic black cohosh extract iCR for menopausal symptoms – an update on the evidence i ricercatori hanno analizzato gli studi clinici di un prodotto naturale contenente l’estratto isopropilico di Cimicifuga racemosa; l’efficacia e l’estrema sicurezza mostrata da questo specifico estratto ne garantiscono l’uso anche nelle donne con malattie ormono-dipendenti che soffrono di sintomi climaterici iatrogeni.
A differenza delle droghe sintetiche, un fitoterapico non è costituito da una singola sostanza, ma da un intero complesso di sostanze vegetali. La metodica estrattiva incide a tal punto sull’attività, che una stessa pianta estratta con metodi diversi può avere effetti diametralmente opposti; questo deve essere tenuto in considerazione dal clinico nella scelta di soluzioni di comprovata efficacia e sicurezza.
Quale rimedio può essere consigliato nel ridurre la sindrome climaterica iatrogena?
Dalla review di una meta-analisi e 35 studi clinici, di cui 16 RCT (Randomised Controlled Trial), che hanno soddisfatto criteri di inclusione che comprendevano l’esame di un campione totale di oltre 43.000 donne, è emerso che l’estratto isopropilico di Cimicifuga racemosa (iCR) è sicuro ed efficace nel trattamento dei disturbi climaterici delle donne con menopausa iatrogena e che non possono sottoporsi alla terapia ormonale sostitutiva.
Diversi lavori in doppio cieco controllati con placebo hanno dimostrato che iCR in donne con k mammario e trattate con tamoxifene hanno ridotto in maniera significativa la sintomatologia climaterica.
La stessa evidenza si è ottenuta in studi che hanno valutato le donne con carcinoma mammario trattate con LHRH (Luteinizing Hormone Releasing Hormone) post-intervento chirurgico in combinazione con la terapia endocrina. La riduzione della frequenza delle vampate, della gravità e della sudorazione era significativa già dopo 4 settimane di trattamento con iCR.
L’efficacia nel trattamento con questo estratto è stata valutata anche in studi su donne con carcinoma endometriale in stadio 1 e in donne con endometriosi in terapia con goserelin, in entrambi i casi la riduzione dei sintomi neurovegetativi e psichici è stata superiore al controllo.
Quali prove di sicurezza possiede iCR?
La review ha dimostrato che il trattamento con iCR è stato generalmente ben tollerato con pochissimi eventi avversi paragonabili al gruppo placebo.
Nelle donne con cancro al seno e trattate con iCR in associazione al tamoxifene si sono verificati solo i tipici effetti collaterali della terapia farmacologica. Gli studi non hanno evidenziato nessuna influenza sul peso o sull’indice di massa corporea, anche gli esami ematologici e biochimici compresi i test sulla funzionalità renale non hanno mostrato influenze significative.
Nelle donne in trattamento antitumorale è importante sapere che iCR non altera il quadro ormonale: prolattina, gonadotropina, estradiolo, SHBG, FSH e LH non hanno mostrato variazioni a 3-6 mesi di valutazione.
Analisi anche a 12 mesi in donne con cancro endometriale in terapia con iCR non hanno mostrato aumenti del marker tumorale o di recidive e anche la citologia e i valori di pH sono rimasti invariati. Nelle donne con k mammario l’ecografia alla mammella e l’esame del Ki67 non ha mostrato nessuna variazione significativa anche dopo 6 mesi di trattamento.
In sintesi, i dati dimostrano che iCR può essere un’opzione di trattamento efficace e sicura, basata sull’evidenza, per ridurre i sintomi neurovegetativi e psichici anche nelle donne con tumori ormono-sensibili che soffrono di disturbi della menopausa iatrogena.