Integrazione con enzimi digestivi per i disturbi dell’asse intestino-cervello

Le disfunzioni del microbiota intestinale, l’alvo irregolare, l’ipersensibilità viscerale e l’alterazione della funzione mucosale e immunitaria sono le manifestazioni più frequenti e note dei disturbi funzionali gastrointestinali, o disturbi dell’interazione intestino-cervello (DGBI).

Questi si verificano in assenza di malattia organica e sono associati a un notevole peggioramento della qualità di vita e a una certa comorbilità psicologica del paziente. Le terapie dietetiche, quali le diete low FODMAPS o chetogenica, vengono sempre più utilizzate nella gestione dei sintomi, sia come “terapia autonoma” che come parte di cure integrate.

Oltre a queste, si sta facendo sempre più strada un’innovativa pratica clinica, ovvero la modulazione digestiva tramite l’uso di enzimi digestivi.

Lo studio appena pubblicato Innovative concepts in diet therapies in disorders of gut–brain interaction illustra le possibili applicazioni di enzimi orali sui DGBI.

Approccio mirato sui trigger alimentari noti

Le modifiche dietetiche come la dieta low FODMAP, molto utilizzate in questi casi, possono essere affiancate dall’uso di preparazioni enzimatiche orali per migliorare la tolleranza alimentare e diminuire il tempo di trattamento con diete altamente restrittive.

Gli enzimi digestivi agiscono in modo altamente specifico sui substrati alimentari, consentendo di individuare e neutralizzare con precisione gli alimenti che scatenano i sintomi.

Data la loro specificità rispetto al substrato, lo studio prende in esame vari enzimi con i corrispettivi trigger alimentari, tra cui lattosio e glutine. La terapia enzimatica è generalmente ben tollerata ma per essere efficacie deve essere mirata in modo appropriato agli alimenti che contengono il substrato di interesse.

Enzimi orali clinicamente efficaci disponibili in commercio

Tra gli enzimi orali più studiati e diffusi in commercio si annoverano:

  • Beta-galattosidasi (lattasi): in assenza di sufficiente lattasi endogena, il lattosio può essere idrolizzato dall’enzima, normalmente assunto con il primo boccone di alimenti contenenti lattosio. La terapia è documentata essere valida per il trattamento di tutti i sintomi gastrointestinali lattosio-correlati.
  • Alfa-galattosidasi: altro enzima orale specifico per FODMAPs, che ha come bersaglio le oligosaccaridi fermentabili a base di galattosio. Diversi studi clinici riportano una riduzione della sintomatologia da IBS, e in generale del dolore e gonfiore addominali.
  • Glutenasi: sviluppate da peptidasi vegetali e microbiche, vengono suggerite per l’assunzione accidentale di glutine in celiachia, sintomatologia da IBS, sensibilità al glutine/grano non celiaca. Una delle maggiormente investigate è AN-PEP, che sembrerebbe clinicamente in grado di degradare il glutine e i residui di gliadina.

Ulteriori dati sull’efficacia degli enzimi digestivi come integrazione orale sono auspicabili per consentire di indirizzare al meglio il loro utilizzo ai pazienti. Allo stesso tempo, ulteriori progressi nella comprensione dei DGBI potranno offrire maggiori opportunità a queste terapie innovative.

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