NUTRIZIONE

Il ruolo del microbiota nell’obesità infantile: evidenze da uno studio recente

Il microbiota intestinale è sempre più considerato un fattore chiave nell’obesità infantile.
Studi recenti hanno evidenziato che bambini obesi presentano un’alterazione della composizione batterica intestinale, con un aumento di batteri legati a infiammazione e maggiore estrazione di energia dal cibo.
Modulare il microbiota attraverso l’alimentazione e l’uso di probiotici specifici, come iNatal Duo®, potrebbe rappresentare una nuova strategia.

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Integrazione con enzimi digestivi per i disturbi dell’asse intestino-cervello

Un nuovo studio approfondisce l’uso degli enzimi digestivi nei disturbi dell’intestino-cervello (DGBI).
Questi disturbi, caratterizzati da sintomi gastrointestinali senza cause organiche, sono spesso trattati con diete restrittive.
Gli enzimi digestivi, come la glutenasi e le galattosidasi, agiscono su specifici alimenti, alleviando i sintomi e riducendo le restrizioni alimentari. Studi clinici mostrano risultati promettenti, specialmente per la sindrome dell’intestino irritabile.

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Bifidobatteri: i guardiani della salute

Un recente studio ha evidenziato l’importanza dei bifidobatteri per la salute umana, confrontandoli con i più comuni lattobacilli.
I bifidobatteri colonizzano meglio l’intestino, producendo sostanze benefiche e modulando il sistema immunitario.
Nonostante i loro vantaggi, sono meno presenti nei prodotti probiotici a causa della loro sensibilità all’ossigeno.
Gli studi suggeriscono che una scelta mirata del probiotico è fondamentale per un trattamento efficace.

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Coenzima Q10 e attività fisica: un aggiornamento dalla ricerca

Una recente metanalisi ha confermato che la supplementazione con CoQ10 riduce significativamente il danno muscolare indotto dall’esercizio fisico e dallo stress ossidativo.
Lo studio ha inoltre evidenziato una correlazione dose-dipendente dovuta alle sue proprietà antiossidanti, che proteggono le cellule dalle specie reattive dell’ossigeno (ROS), e alla sua capacità di favorire la produzione di energia, anche agendo in sinergia con varie vitamine.

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Alimentazione in menopausa: affrontare il dismetabolismo lipidico

Recenti studi evidenziano come la menopausa influenzi negativamente il metabolismo lipidico, aumentando il rischio di obesità e diabete.
Una dieta corretta, ricca di composti fitochimici come quelli presenti nel cumino nero, può contrastare questi effetti.
Il timochinone, in particolare, sembra promettente per ridurre il colesterolo e migliorare la sensibilità all’insulina, offrendo un valido supporto alle donne in menopausa.

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Permeabilità intestinale: tra nutrizione e microbiota

Permeabilità intestinale: tra nutrizione e microbiota

L’intestino permeabile è un’alterazione della barriera intestinale che può influenzare significativamente la salute.
Il microbiota intestinale gioca un ruolo chiave nel mantenimento di questa barriera e altrettanto fondamentale è l’alimentazione: una dieta scorretta può alterare il microbiota e peggiorare la condizione.
Al contrario, una dieta ricca di fibre e povera di cibi ultra-processati favorisce batteri benefici che rinforzano l’intestino.
Anche probiotici come il C. butyricum CBM588 possono accelerare la guarigione e riequilibrare il microbiota in combinazione con una dieta sana.

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Curcumina e perdita di peso: nuove evidenze sugli indici antropometrici

Una recente metanalisi pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha dimostrato che la curcumina può contribuire ad una significativa riduzione degli indici antropometrici quali il grasso corporeo, il peso e la circonferenza vita, riducendo l’infiammazione e migliorando il metabolismo.
Tuttavia, la sua scarsa biodisponibilità ne limita l’efficacia. Per questo motivo, sono state sviluppate formulazioni più potenti, combinate con altre sostanze come la piperina e i fosfolipidi, che ne aumentano l’assorbimento e l’efficacia.

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Obesità infantile, microbiota e fibre: un aggiornamento alla luce di recenti studi

L’obesità infantile rappresenta una sfida crescente in cui è sempre più evidente il ruolo cruciale del microbiota intestinale.
Tipico di questa condizione è infatti la riduzione di biodiversità e di batteri benefici, come Akkermansia e Bifidobacterium, che svolgono un ruolo fondamentale nel migliorare il metabolismo.
L’assunzione di fibre prebiotiche specifiche che promuovono la crescita di questi batteri può rappresentare una strategia efficace per contribuire alla prevenzione dell’obesità infantile.

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Bifidobatteri contro la Stipsi: il ruolo chiave degli Arabinani

Un recente studio ha dimostrato che il probiotico Bifidobacterium longum W11 è particolarmente efficace nel combattere la stipsi grazie alla sua capacità di metabolizzare efficacemente gli arabinani, producendo grandi quantità di acetato, butirrato e altre sostanze che stimolano la motilità intestinale.
L’associazione B. longum W11 e arabinani risulta quindi un approccio terapico-nutraceutico innovativo ed efficacie per contrastare la stipsi e favorire la regolarità intestinale.

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Il ruolo cruciale del ferro nelle interazioni ospite-batterio

Il ferro è un micronutriente essenziale per numerosi processi biologici capace di influenzare la composizione e la funzionalità del microbiota. Tuttavia, un suo eccesso o carenza possono avere significative ripercussioni sulla salute: una dieta ricca di ferro infatti può favorire la proliferazione di specifici ceppi batterici, mentre una carenza può alterare l’equilibrio microbico.
La comprensione di questi meccanismi è fondamentale per una migliore gestione dei supplementi e per mantenere il microbiota in equilibrio migliorando gli effetti collaterali e influenzando positivamente la salute intestinale.

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Alimentazione e motilità intestinale: psillio e melatonina in aiuto contro la stipsi

Nella stipsi la combinazione di psillio, una fibra gel-formante nota per regolarizzare il transito intestinale, e melatonina, capace di ridurre il dolore addominale e migliorare la motilità intestinale, può venire in aiuto nella gestione quotidiana dei sintomi. Questa combinazione permette un maggiore tempo di contatto della melatonina sulle mucose intestinali, prolungandone gli effetti benefici, in aggiunta all’azione meccanica lassativa esercitata dallo psillio.

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Fibre e perdita di peso: sono davvero utili? Il caso dello Psillio

Le fibre possono favorire la perdita di peso, ma non tutte allo stesso modo. Lo psillio, una fibra solubile, non fermentabile e gel-formante, è in grado di aumentare il senso di sazietà e rallentare l’assorbimento dei nutrienti.
Questo favorisce il calo del peso e del BMI e migliora il controllo glicemico, attraverso un’azione sul bilancio energetico e insulinico.

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L’impatto metabolico della Dieta Mediterranea: il ruolo del microbiota

La dieta mediterranea ha dimostrato negli ultimi anni un’azione benefica anche sul controllo metabolico.
A seguito della dieta diminuisce in modo importante l’insulina, il glucosio a digiuno e all’emoglobina glicata.
Il microbiota giocherebbe in questo il ruolo di mediatore, migliorando l’integrità della barriera intestinale e promuovendo uno stato antinfiammatorio che riduce l’insulino-resistenza.

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Western Diet ed Infiammazione: Terapia Batterica di Precisione

L’eccesso nel consumo di zuccheri e grassi porta allo sviluppo di un’infiammazione cronica e sistemica di basso grado, mediato anche dal microbiota intestinale (MI).
Ridurre l’infiammazione attraverso la modulazione del MI con probiotici di precisione, quali Butirrisan® e GliadinES®, può essere una strategia efficace per migliorare i risultati degli interventi di perdita di peso.

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Low-FODMAP Diet: efficacia, problemi e possibili soluzioni

La dieta low-FODMAP (LFD) è una dieta terapeutica ideata per contrastare sintomi quali dolore addominale, gonfiore, distensione e/o anomalie delle abitudini intestinali, tipici dei disturbi funzionali.
Nonostante la sua efficacia, comprovata da numerosi studi clinici, restano ancora alcune problematiche a cui si può trovare soluzione con l’integrazione di adeguati probiotici e nutraceutici.

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Ad ogni dieta le proprie soluzioni di Terapia Batterica di Precisione: il caso della Low-FODMAP Diet

La Low-FODMAP Diet (LFD) riduce le principali fonti alimentari del microbiota intestinale, diminuendo la produzione di gas ma causando anche la riduzione di taxa eubiotici quali Bifidobacteria ed Firmicutes.
Questo provoca un conseguente aumento del rischio di disbiosi pro-infiammatoria e maggiore permeabilità delle mucose del colon.
È quindi raccomandabile integrare la LFD con un probiotico ad alto contenuto di Bifidobacteria per mantenere l’eubiosi del microbiota durante il periodo di dieta.

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Gluten Free Diet (GFD): carenze nutrizionali e microbiota

La GFD è nota per le sue carenze nutrizionali in fibre e micronutrienti.
Questo provoca un’alterazione del microbiota che può inasprire i disturbi gastro-intestinali ed il malassorbimento di vitamine e minerali essenziali.
L’uso di alimenti e/o probiotici mirati, per ristabilire uno stato di eubiosi, può essere una strategia efficace per rispondere alle carenze delle GFD.

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Ad ogni dieta la propria Terapia Batterica di Precisione: il caso della Gluten Free Diet (GFD)

La GFD altera la capacità eubiotica e protettiva del microbiota intestinale.
In particolare, si evidenziano un crollo dei Bifidobacteria ed una forte riduzione dei Firmicutes, con conseguente calo della butirrato-produzione, ed aumento delle Enterobacteriaceae.
Questo genera uno stato di disbiosi pro-infiammatoria che può causare disturbi al paziente e predispone a ulteriori patologie.

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Ad ogni dieta le proprie soluzioni di Terapia Batterica di Precisione: il caso della chetogenica

Differenti stili alimentari hanno determinati impatti sul microbiota intestinale. La dieta chetogenica causa riduzione di butirrato e calo della biodiversità del microbiota intestinale: per contrastare tale fenomeno è ottimale Butirrisan®. La riduzione di Bifidobacteria e quindi di acetato può invece essere arginata da GABAPRAL®, mentre SATILIA® evita l’effetto rebound dovuto alla re-introduzione di zuccheri al termine della dieta.

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Livelli elevati di zonulina sierica e IBS: correlazioni e soluzioni terapeutiche

Ricercatori dimostrano che la zonulina sierica è sovraregolata nei pazienti con IBS, con livelli paragonabili a quelli di pazienti celiaci (p>0,9).
GliadinES®, Bifidobacterium longum ES1, risulta ridurre i livelli di zonulina e quindi della permeabilità intestinale, nonché i sintomi da IBS (-50%).
La sinergia di GliadinES® e Dibiesse® è vincente nei pazienti con IBS-D per il ripristino dell’integrità mucosale e dunque nella diminuzione del caratteristico discomfort intestinale.

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Dalla biofarmaceutica una formulazione innovativa per correggere la carenza di ferro

Studio mostra come DDM Ferro® liquido, possedente alta biodisponibilità, sapore premiato, ottima tollerabilità gastrointestinale ed efficacia clinica dimostrata, sia in grado in sole 2 settimane di migliorare i markers sierologici.
DDM Ferro® liquido è estremamente performante nel garantire il corretto apporto di ferro in tutti i casi in cui è presente una carenza o un aumentato fabbisogno di tale nutriente.

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Quando l’aderenza alla dieta ipocalorica non è più un problema

Studio riporta come il 70% dei soggetti obesi a dieta ipocalorica abbandoni il percorso entro l’anno a causa del fallimento di una significativa perdita di peso nel periodo iniziale.
Satilia, a base di Hafnia alvei HA4597®, riduce il senso di fame indotto dalla terapia, prevenendone l’abbandono: in 12 settimane, infatti, incrementa del 23% il senso di pienezza del paziente, rendendolo assimilabile a quello del periodo pre-dieta ipocalorica.

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Greenselect Fitosoma® e metabolismo basale in menopausa: nuovo studio clinico

Studio clinico condotto su donne in post-menopausa, sovrappeso o con obesità moderata, evidenzia i vantaggi ottenuti dalla somministrazione di Greenselect Fitosoma®, contenuto in GLOBES®, sulle disfunzioni metaboliche e del tessuto adiposo.
In particolare si rilevano un calo del peso corporeo, per stimolo del metabolismo basale, ed un netto miglioramento dei parametri infiammatori e dell’insulino-resistenza.

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FODMAPs e Sensibilità al glutine: una sinergia negativa?

Review sistematica evidenzia come la sensibilità al glutine sia un disturbo eterogeneo in cui l’intolleranza al glutine sembra essere correlata e aggravata dall’ingestione di FODMAPs.
Il controllo del glutine e dei FODMAPs sembra rappresentare uno strumento vantaggioso sia per il controllo dei sintomi intestinali, in particolare distensione e dolore addominale, sia dei sintomi extra-intestinali.

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NAFLD: l’integrazione con estratti a base di Cardo mariano

Uno degli studi più recenti condotti nei pazienti con NAFLD ha mostrato l’efficacia di Siliphos® nel migliorare in modo significativo gli enzimi epatici, l’insulino-resistenza e l’istologia epatica.
Queste caratteristiche, insieme al dimostrato profilo di sicurezza, anche a lungo termine, rendono questo specifico approccio nutraceutico un’opportunità concreta per migliorare i parametri legati alla NAFLD e rallentare la progressione della patologia.

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La combinazione di due ingredienti vegetali come innovazione nella dispepsia funzionale

Dispepril®, contenente 300 mg di estratto di radice di zenzero, ad elevata concentrazione in gingeroli e shogaoli, e 150 mg di estratto bifrazionato di foglie di perilla, riesce a gestire a 360 gradi i sintomi dispeptici: incrementa la motilità intestinale e normalizza i tempi di svuotamento gastrico.
Studio italiano ne valuta positivamente l’efficacia evidenziando come tutti i sintomi si riducano già dopo 7 giorni, fino ad arrivare ad una diminuzione di oltre il 70% di media dopo 14 giorni.

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Clostridium butyricum CBM588: il probiotico di supporto nella dieta chetogenica

Studio italiano analizza i dati di letteratura riguardanti le modifiche che la dieta chetogenica può indurre sul microbiota intestinale: aumento dell’infiammazione e diminuzione del butirrato intestinale.
Clostridium butyricum CBM588, producendo acidi grassi a corta catena, in particolare butirrato, migliora la barriera intestinale e modula i processi infiammatori e l’immunità intestinale, rendendolo un possibile strumento di supporto alla dieta chetogenica.

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Dalla probiotica di precisione arriva un supporto ai trattamenti antiobesità

Recentemente si è aggiunta una nuova strategia di contrasto all’obesità.
È un batterio, Hafnia alvei, che sintetizza ClpB, proteina che mima l’azione dell’ormone endogeno anoressizante α-MSH.
Poiché nei soggetti obesi si osserva una carenza di batteri produttori di ClpB, l’opportunità di utilizzare Hafnia alvei, produttore di ClpB, permette di ridurre l’appetito e supportare il paziente nella perdita di peso.

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Una prolil-endoproteasi in aiuto alla sensibilità al glutine

Studio recente ha investigato l’efficacia degradativa sul glutine del TOLERASE® G.
La misurazione della concentrazione di α-gliadina ha dimostrato che nello stomaco il glutine è stato velocemente degradato già dopo 60 minuti dal pasto, rispetto al placebo dove lo stesso risultato si ottiene a 180 minuti dall’ingestione.
In questo modo, a livello duodenale, non risultava alcuna traccia di gliadina.

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Come migliorare il grado di steatosi epatica nel paziente con NAFLD?

Studio pubblicato su Scientific Reports ha evidenziato come Siliphos®, insieme a dieta e attività fisica, in sei mesi è stato in grado di ridurre significativamente tutti i gradi di steatosi epatica: ad inizio studio tutti i pazienti presentavano almeno 1 grado lieve di steatosi epatica, mentre a fine studio più del 45% dei pazienti ha evidenziano assenza di steatosi epatica, contro solo il 16% dei pazienti trattati con dieta ed esercizio fisico.

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Si può migliorare la stipsi con Bifidobacterium longum W11?

Studio italiano ha arruolato 129 pazienti con diagnosi di IBS-C e con discomfort o dolore addominale da almeno 12 settimane nell’anno precedente.
Dai risultati è emerso, nei pazienti che hanno assunto 1 bustina di W11 al giorno, una riduzione significativa della frequenza di tutti i sintomi intestinali con, in particolare, una riduzione di circa il 40% del dolore addominale e del gonfiore, ed un miglioramento significativo della frequenza di evacuazione mensile.

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Sensibilità al glutine: come contrastare la disbiosi indotta dalla dieta gluten free?

Studio italiano indaga l’effetto di Gliadines® in add-on alla dieta aglutinata in pazienti con sensibilità al glutine di tipo non celiaco.
I risultati evidenziano come Gliadines® insieme alla dieta aglutinata migliori tutti i sintomi intestinali ed extra-intestinali rispetto alla sola dieta senza glutine.
I vantaggi registrati con Gliadines® derivano dalla sua capacità di modulare positivamente il microbiota intestinale e di digerire le contaminazioni di gliadina.

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Silibina Fitosoma®: uno studio ne valuta i benefici sull’assorbimento

La silimarina è una miscela di molecole di cui la silibina, quella maggiormente responsabile della sua attività epato-protettiva è pochissimo assorbita e quindi poco utile.
Questo limite si è superato complessando la silibina con la fosfatidilcolina e dando vita al fitosoma della silibina, Siliphos®.
Uno studio italiano dimostra che la biodisponibilità della silibina contenuta nel Siliphos® è 5 volte maggiore rispetto a quella contenuta nella silimarina.

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FODMAPs e Sensibilità al glutine: una sinergia negativa?

Review sistematica evidenzia come la sensibilità al glutine sia un disturbo eterogeneo in cui l’intolleranza al glutine sembra essere correlata e aggravata dall’ingestione di FODMAPs.
Il controllo del glutine e dei FODMAPs sembra rappresentare uno strumento vantaggioso sia per il controllo dei sintomi intestinali, in particolare distensione e dolore addominale, sia dei sintomi extra-intestinali.

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Una prolil-endoproteasi in aiuto alla sensibilità al glutine

Studio recente ha investigato l’efficacia degradativa sul glutine del TOLERASE® G.
La misurazione della concentrazione di α-gliadina ha dimostrato che nello stomaco il glutine è stato velocemente degradato già dopo 60 minuti dal pasto, rispetto al placebo dove lo stesso risultato si ottiene a 180 minuti dall’ingestione.
In questo modo, a livello duodenale, non risultava alcuna traccia di gliadina.

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Può il Clostridium butyricum offrire
una soluzione ai pazienti con IBS?

Studio cinese ha valutato l’efficacia di 14 giorni di terapia con C. butyricum CBM 588 in pazienti con IBS da almeno 4 anni.
È stata osservata una riduzione della diarrea dell’86%, passando da 6 scariche diarroiche al dì a 1.7 evacuazioni giornaliere.
Tale miglioramento è stato registrato già dal primo giorno di terapia nella maggior parte dei pazienti.
Il dolore addominale d il gonfiore sono diminuiti nell’80% e nell’87% dei casi rispettivamente.

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Next Generation Probiotics e IBS-D: il caso del Clostridium butyricum

Studio pubblicato su una rivista del gruppo Nature ha indagato l’efficacia e la sicurezza, in pazienti con IBS-D, di C. butyricum CBM 588, ceppo sporigeno produttore endogeno di butirrato.
Al termine dello studio è stata registrata una riduzione media dell’IBS-SSS di 62 punti nel gruppo intervento contro i 41 punti del gruppo placebo.
Rispetto all’inizio dello studio C. butyricum CBM 588 ha anche mediamente ridotto le evacuazioni giornaliere di 2 episodi.

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Berberina FITOSOMA®: nuovo strumento per migliorare efficacia e tollerabilità

Un gruppo di ricerca italiano ha dimostrato che la solubilità della Berberina Fitosoma®, nei fluidi intestinali, è 6 volte maggiore rispetto alla berberina non formulata, insieme ad una sua biodisponibilità di 10 volte maggiore rispetto alla sola berberina cloridrato.
Non sono stati rilevati effetti collaterali, né a livello clinico né a livello biologico, a dimostrazione della sicurezza e della tollerabilità anche intestinale della Berberina Fitosoma®.

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IBS e batteri butirrato-produttori: studio fa luce sul loro legame

Pubblicato su Scientific Reports di Nature, studio evidenzia come il microbiota dei pazienti con IBS, rispetto ai sani, possegga minore biodiversità, associata in particolare a carenza di specifici ceppi butirrato-produttori.
Caratteristica questa che si accentua nei soggetti con IBS-D e IBS-M, dimostrando in tali pazienti una netta carenza intestinale di butirrato, metabolita fondamentale nel mantenere l’integrità della barriera intestinale.

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Disturbi correlati al glutine: come favorire la digestione della gliadina?

L’enzima AN-PEP si è dimostrato capace di degradare il glutine in maniera diversa dalle proteasi umane, disattivando di fatto la carica immunogenica dei peptidi derivati, già a partire dallo stomaco, prima che il bolo alimentare giunga nel duodeno. L’uso di AN-PEP non è inteso a sostituire una dieta senza glutine ma come coadiuvante digestivo in grado di proteggere dalle involontarie assunzioni di glutine.

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Effetto rebound: si può evitarlo mantenendo alto il metabolismo basale durante la dieta?

Studio italiano ha analizzato l’efficacia di GLOBES®, nutraceutico contenente Greenselect Fitosoma®, estratto di tè verde che rende 3 volte più biodisponibili gli attivi rispetto all’estratto non complessato, nel mantenimento del peso corporeo raggiunto dopo modificazione dello stile di vita in soggetti obesi.
GLOBES® ha portato ad un ulteriore perdita di peso nel primo mese di assunzione e ad un suo mantenimento al secondo e al terzo mese.

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Dispepsia funzionale:
il doppio problema della
dismotilità gastrica e
intestinale

L’attività clinica di una combinazione di 300 mg di estratto di radice zenzero con 150 mg di estratto bifrazionato di foglie di perilla è testata su 58 pazienti con diagnosi di dispepsia (1 cpr 30 minuti prima di pranzo e 1 cpr 30 minuti prima di cena).
Dopo 14 giorni la sintomatologia si è complessivamente ridotta di oltre il 70% in media; la tollerabilità è stata di 8,3/10 e l’aderenza di oltre il 95%.

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Disordini gastrointestinali correlati al glutine e microbiota

Partendo dal presupposto che la celiachia è un’enteropatia autoimmune innescata dall’ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti, risulta importante studiarne le correlazioni con la disbiosi intestinale poiché un’alterazione nel microbiota intestinale può favorire o anticipare l’insorgenza di celiachia o aggravarne i sintomi, favorendo danni alla mucosa e alla sua capacità di ostacolare il passaggio di microrganismi dal lume intestinale ad altri distretti del corpo.

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Aggiornamenti sulla sensibilità al glutine non-celiaca e microbiota

I rilievi bioptici intestinali suggeriscono che il sistema immunitario innato ed adattativo siano coinvolti nell’innesco dell’infiammazione intestinale che si verifica nella sensibilità al glutine non-celiaca (NCGS).
Il meccanismo fisiopatogenico prevede anche una disbiosi caratterizzata da diminuzione di Firmicutes e/o Bifidobacterium ed aumento di Bacteroides ed Escherichia coli.

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