
Controllo del microbiota batterico orale nella prevenzione della stomatite da protesi dentaria da Candida albicans
La stomatite da protesi dentaria (SPD) presenta un’incidenza variabile dal 15% a oltre il 70%, a seconda di condizioni come l’uso continuo della protesi, la qualità dell’igiene orale e della protesi stessa (spesso limitata dalla destrezza del soggetto), dalla adeguatezza della protesi e da comorbilità come il diabete mellito.
Lo studio Probiotic Streptococcus salivarius Reduces Symptoms of Denture Stomatitis and Oral Colonization by Candida albicans, eseguito presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2020, ha valutato in via preliminare se una preparazione orosolubile contenente il ceppo probiotico orale Streptococcus salivarius K12 potesse rivelarsi efficace nel ridurre i segni e i sintomi clinici della SPD e nel ridurre la colonizzazione orale da parte di Candida albicans.
Eziologia e fisiopatologia della stomatite da protesi dentaria (SPD)
La SPD ha una eziologia multifattoriale, ma si ritiene che la proliferazione di Candida albicans e altri funghi del genere Candida siano i fattori chiave nella sua genesi. Diversi membri del genere fungino Candida sono presenze comuni dei biofilm orali e sono in grado di crescere eccessivamente nel microambiente della protesi, inducendo infiammazione e agendo come promotori di infezioni polimicrobiche opportunistiche, frequentemente osservate nella SPD.
Clinicamente la SPD è caratterizzata da indolenzimento, dolore, disagio e mobilizzazione della protesi e di conseguenza è causa di molteplici visite presso lo studio dentistico.
Si ritiene inoltre che la SPD sia una condizione che potenzialmente aumenta il rischio di infezioni polmonari e di altre infezioni sistemiche, in particolare nei soggetti anziani ospedalizzati con pluri-patologie.
Standard di prevenzione e trattamento della SPD
La prevenzione e il trattamento della SPD in molti casi si basano solo su un esame dell’adeguatezza della protesi, sul miglioramento delle misure di igiene orale e sulla sospensione dell’uso notturno della protesi.
Sono state proposte anche strategie terapeutiche basate sulla somministrazione di agenti antimicotici topici o sistemici e disinfettanti o addirittura sull’incorporazione di agenti antimicotici/antimicrobici a lento rilascio nei materiali di base delle protesi.
Sebbene i farmaci antimicotici si siano dimostrati efficaci nell’alleviare i segni e i sintomi clinici della SPD, non sono privi di inconvenienti. Infatti, sono stati segnalati alti tassi di ricadute e recidive precoci post-trattamento, mentre regimi terapeutici prolungati o cicli multipli di trattamento aumentano notevolmente il rischio di potenziali effetti avversi sistemici e di induzione di resistenza ai farmaci antimicotici nei ceppi fungini residenti.
Nuovi orizzonti terapeutici della SPD: scopo dello studio clinico
Negli ultimi anni la somministrazione di preparati probiotici specifici è stata studiata come mezzo per contrastare la colonizzazione orale da Candida spp. nei portatori di protesi sia in presenza che in assenza di SPD, sebbene con risultati contrastanti.
Il lavoro in oggetto è stato quindi progettato per valutare in via preliminare se una preparazione probiotica contenente il ceppo probiotico Streptococcus salivarius K12 potesse rivelarsi efficace nel ridurre i segni e i sintomi clinici della stomatite da protesi e nel ridurre la colonizzazione orale da parte di C. albicans, e anche se la durata degli effetti clinici continuasse dopo la fine del trattamento.
Disegno dello studio con Streptococcus salivarius K12 contro la SPD
Per lo studio sono stati arruolati cinquanta portatori di protesi dentaria adulti affetti da SPD e divisi casualmente in due gruppi: al gruppo sperimentale è stato chiesto di eseguire un’accurata igiene sia del cavo orale che della protesi dentaria e di assumere la preparazione probiotica a base di Streptococcus salivarius K12 per 30 giorni. Invece, il gruppo di controllo ha ricevuto solo istruzioni per la cura dell’igiene orale.
I pazienti sono stati valutati per i segni di SPD all’inizio dello studio, alla fine del mese di trattamento con Streptococcus salivarius K12 e 30 giorni dopo. I campioni microbiologici sono stati ottenuti all’inizio dello studio e alla fine del trattamento per quantificare le cellule di Candida albicans rilevate.
Risultati dello studio preliminare
Il trattamento sperimentale ha effettivamente ridotto i segni e i sintomi clinici di SPD e il conteggio di C. albicans. Gli effetti clinici del trattamento sperimentale erano ancora evidenti dopo 30 giorni, suggerendo che la somministrazione del ceppo probiotico Streptococcus salivarius K12 potrebbe rappresentare un approccio promettente nel trattamento della DS
Sebbene un’attenta protesi meccanica e un’igiene orale secondo un protocollo standard siano state in grado di migliorare significativamente le condizioni cliniche anche nel gruppo di controllo non trattato tra T0 e T30, la somministrazione aggiuntiva giornaliera del preparato probiotico ha causato un miglioramento significativamente maggiore delle condizioni cliniche oggettive, senza aver riportato alcun effetto avverso correlato all’assunzione del ceppo probiotico Streptococcus salivarius K12.
