La berberina, un nuovo candidato terapeutico nelle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano la principale causa di morte nel mondo, tra cui aritmia, aterosclerosi, ipertensione, iperlipidemia, insufficienza cardiaca, ecc. Queste malattie sono il risultato complesso di più fattori patologici ed ancora oggi la loro patogenesi non è stata del tutto chiarita. Nonostante il progresso nelle nuove terapie mirate al controllo delle CVD, la prognosi a lungo termine dei pazienti è ancora scoraggiante.

Nella recente review A New Therapeutic Candidate for Cardiovascular Diseases: Berberine i ricercatori hanno analizzato l’ampia letteratura che attribuisce alla berberina una significativa attività nel ridurre i parametri lipidici e glucidici, candidandola come nuova terapia nelle malattie cardiovascolari.

Quali sono le principali evidenze della berberina nelle malattie cardiovascolari?

La berberina ha mostrato numerose evidenze nelle CVD con effetti significativi comparabili anche ai farmaci di scelta per queste patologie.

Il maggior numero di prove scientifiche è relativo alla riduzione dei parametri lipidici quali colesterolo totale, LDL e trigliceridi, sia in monoterapia che in add-on alle principali terapie ipocolesterolemizzanti.

Nell’articolo vengono analizzati anche gli studi che vedono la berberina protagonista in altre patologie come ipertensione, aterosclerosi, cardiopatia e miocardite.

L’attività della berberina viene descritta in diversi studi clinici sull’uomo cercando di capire anche l’aspetto farmacologico che ne descrive il suo meccanismo d’azione.

Questa molecola ha dimostrato di possedere numerose attività che ne consentono un uso versatile in tutte le patologie cardiovascolari.

La sua attività diretta nel ridurre i parametri lipidici si realizza grazie ad un up-regulation dei recettori LDL e alla modulazione del PCSK9. La berberina ha mostrato anche una potente attività antinfiammatoria e insulino-sensibilizzante; infatti, nelle CVD spesso l’infiammazione è alla base di un peggioramento della sintomatologia.

La riduzione dei lipidi e del glucosio nel sangue, unita alla riduzione delle citochine pro-infiammatorie, rendono la berberina una soluzione utile anche nell’aterosclerosi, nell’ipertensione e nel danno al miocardio, fenomeni che spesso si verificano in concomitanza.

In diverse metanalisi, la berberina ha mostrato di possedere un alto profilo di sicurezza; in oltre 27 studi randomizzati non sono stati rilevati eventi avversi gravi o medio gravi nei pazienti trattati.

L’unico problema riscontrato nell’uso di questa promettente molecola risiede nel suo scarso assorbimento; per questo gli studi con una significatività maggiore comprendevano alti dosaggi giornalieri.

Le moderne formulazioni di berberina con l’aggiunta di sostanze che ne aumentano la biodisponibilità superano questo ostacolo, rendendo la berberina, per costo-terapia ed efficacia, un promettente candidato terapeutico nel controllo di una vasta gamma di patologie cardiovascolari e metaboliche.

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