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Iperuricemia: il dismetabolismo che merita più attenzione per il conseguente rischio cardiovascolare
Recente pubblicazione della Società Italiana di Cardiologia evidenzia come processi fisiopatologici promossi dall’acido urico svolgano un ruolo importante anche nella patogenesi di molte malattie cardiovascolari.
Inoltre conferma come l’aumento di soli 1 mg/dl di uricemia incrementi il rischio di ipertensione del 13%, di coronaropatia del 20%, di sviluppare scompenso cardiaco del 9% e della mortalità per scompenso cardiaco del 4%.