L. crispatus è il candidato ideale per modulare la crescita di C. albicans nel microbiota vaginale

Nel microbiota vaginale le interazioni tra C. albicans e i batteri residenti, in particolare Lactobacillus spp., svolgono un ruolo importante nel determinare l’esito commensale o patogeno di questo fungo.

L’uso di probiotici a base di Lactobacillus spp. per contrastare la candidosi vulvovaginale (VVC) è indubbiamente una “scoperta” terapeutica importante nell’era della resistenza agli antibiotici, tanto che diversi studi clinici ne hanno riportato gli effettivi benefici.

Tuttavia, ancora limitata è la conoscenza sui ruoli e sui meccanismi alla base della morfogenesi di C. albicans regolata dai lattobacilli, in particolare dalle specie residenti di Lactobacillus.

Lo studio pubblicato su Frontiers in Microbiology Antimicrobial Compounds Produced by Vaginal Lactobacillus crispatus Are Able to Strongly Inhibit Candida albicans Growth, Hyphal Formation and Regulate Virulence-related Gene Expressions investiga gli effetti dei Lactobacillus spp. più frequentemente riscontrati nella vagina sana, ovvero L. crispatus, L. gasseri e L. jensenii, su crescita, morfogenesi ifale ed espressione genica correlata alla virulenza di C. albicans.

Superiorità del L. crispatus su gasseri e jensenii

18 ceppi di Lactobacillus di 3 specie diverse (L. crispatus, L. gasseri e L. jensenii) sono stati originariamente isolati da secrezioni vaginali umane per testarne l’attività inibente verso C. albicans.

Dai risultati dello studio in vitro, tutti i ceppi di lattobacilli testati si sono dimostrati essere produttori di perossido di idrogeno e la maggior parte di loro, con i crispatus al primo posto, ha mostrato di inibire efficacemente la crescita di C. albicans.

In particolare, il tasso di inibizione della crescita di C. albicans da parte di L. crispatus (71%) è stato significativamente più alto (p<0,01) di quelli trattati da L. gasseri (57%) o L. jensenii (58%).

Inoltre, il tasso di inibizione delle ife di C. albicans trattato da L. crispatus (88%) è stato significativamente più alto di quello di L. jensenii (82%) (p<0,05) e similare a L. gasseri (p>0,05).

Alla luce di questi risultati, gli autori hanno selezionato L. crispatus per proseguire con lo studio degli effetti sulla trascrizione dei geni correlati alla virulenza di C. albicans.

Potenziali meccanismi coinvolti

Per chiarire i potenziali meccanismi coinvolti nell’inibizione della formazione di ife di C. albicans da parte di L. crispatus, sono state create delle condizioni di morfogenesi e poi esaminati i livelli di espressione di cinque geni ife-specifici, ovvero ALS3, HWP1, ECE1, EAP1 e SAP5, in risposta alla presenza di crispatus.

Quest’ultimo esperimento dimostra come il L. crispatus sia in grado di inibire la trascrizione di specifici geni legati alla virulenza di C. albicans, tra i quali quelli responsabili della sua conversione da spora a ifa.

L’effetto inibitorio dunque non è solamente legato alla variazione del pH vaginale, ma vi è il contributo di altri composti microbici bioattivi sintetizzati dai lattobacilli in questione.

Per concludere, da questo studio emerge che il L. crispatus è il lattobacillo vaginale più effettivo nell’inibire crescita e morfogenesi di C. albicans; in aggiunta, crispatus è la specie di Lactobacillus spp. residente più comunemente riscontrata nella vagina sana: tutto ciò suggerisce come i ceppi di L. crispatus siano candidati probiotici altamente meritevoli di ulteriori indagini nello sviluppo di nuove strategie antifungine.