Il butirrato come strumento d’inibizione della virulenza della Candida
La Candida è una delle principali cause d’infezioni fungine invasive. Quando presente nell’intestino in forma di spora, essa è reputata essere un commensale intestinale, mentre nella forma ifale invasiva è in grado di penetrare le barriere epiteliali ed endoteliali dell’ospite, traslocando nelle vie genito-urinarie.
Il butirrato, in vari studi, è stato identificato come un agente in grado, a livello intestinale, di bloccare lo sviluppo di varie caratteristiche che rendono invasiva la Candida, riducendo la formazione del biofilm, la capacità di crescita e, soprattutto, inibendo il processo di morfogenesi che porta la Candida dalla fase spora alla fase ifale invasiva. Nello studio Sodium butyrate inhibits pathogenic yeast growth and enhances the functions of macrophages, oltre ad aver evidenziato la capacità del butirrato intestinale di azzerare la formazione del biofilm da parte della Candida e di ridurre fino all’80% la sua crescita, ha valutato l’attività di questo acido grasso a corta catena nell’inibizione della morfogenesi della Candida alla forma ifale e nell’aumento dell’attività di fagocitosi macrofagica.
Butirrato e inibizione della morfogenesi
I risultati dello studio in vitro hanno evidenziato come, posizionando all’interno di una piastra con terreno di crescita la Candida albicans, questa fosse in grado di crescere liberamente e di effettuare il processo di morfogenesi trasformandosi, in modo totale, nella sua forma ifale invasiva.
Inoculando però all’interno della coltura una bassa dose di sodio butirrato, i ricercatori hanno potuto evidenziare come fosse totalmente inibita la capacità della Candida di effettuare il processo di morfogenesi, rimanendo in questo modo nella fase innocua di spora.
Inoltre, valutando l’indice di fagocitosi macrofagica nei confronti di Candida albicans, nello studio si evidenzia come l’utilizzo di butirrato abbia permesso di ottenere un aumento del 50% di questo indice rendendo quindi maggiormente performante l’attività dei macrofagi, con conseguente riduzione del 50% delle CFU di Candida presenti all’interno della piastra stessa.
L’azione sinergica agli antifungini
I ricercatori, all’interno dello studio, hanno evidenziato come l’azione diretta del butirrato nei confronti della Candida sia dovuta al fatto che questo acido grasso a corta catena è in grado d’inibire l’enzima istone-deacetilasi (HDAC), il quale nel fungo è responsabile della formazione della chitina, un polimero di sostegno necessario alle spore della Candida per germinare ed effettuare la metamorfosi, conseguentemente, nella forma ifale invasiva.
L’inibizione della HDAC permette quindi al butirrato di diminuire la virulenza della Candida, la sua adesione alle cellule dell’ospite e la traslocazione di questa a livello urogenitale, mantenendola in una fase innocua di spora intestinale. L’azione diretta del butirrato, agendo sulla morfogenesi della Candida, sulla fagocitosi macrofagica della Candida e sulla formazione del biofilm di questa, permette di ottenere un’azione sinergica anche con i più comuni antifungini utilizzati durante queste infezioni, come dimostrato sempre all’interno dello studio.