Gravidanza: quali caratteristiche del microbiota vaginale la favoriscono?

Il microbiota vaginale è stato recentemente riconosciuto come uno dei fattori che possono influenzare la fertilità della donna.

Dati recenti sottolineano la correlazione tra la struttura del microbiota vaginale, la fertilità femminile e il rischio ostetrico-ginecologico.

Sempre più ricercatori, da tutto il mondo, stanno cercando di approfondire questa tematica, individuando dettagli che consentano un intervento preciso per migliorare la fertilità della donna e l’esito della gravidanza.

Lo studio “The association between the pre-pregnancy vaginal microbiome and time-to-pregnancy: a Chinese pregnancy-planning cohort study” ha analizzato il microbiota vaginale prima della gravidanza per individuare quali caratteristiche strutturali possano favorire l’instaurarsi della gravidanza stessa.

Disegno dello studio

Nello studio sono state reclutate circa 400 donne sane, in cerca di una gravidanza. Il disegno dello studio ha incluso due fasi: una prima fase ha previsto l’analisi del microbiota vaginale di 89 donne, che sono state osservate per un anno, e alla fine di questo periodo è stato visto quante di loro avevano raggiunto l’obiettivo della gravidanza.

Le caratteristiche del microbiota vaginale individuate in questa prima fase come discriminante tra i due gruppi di donne (gravide e non gravide) sono state verificate nella seconda fase, durante la quale è stata indagata l’associazione tra la composizione del microbiota vaginale e il tempo impiegato al raggiungimento della gravidanza in 332 donne.

Quali evidenze?

Al termine della prima fase dello studio, è risultato che quasi il 60% delle donne aveva raggiunto la gravidanza entro un anno.

La prima differenza osservata dall’analisi del microbiota vaginale pre-gravidanza è stata la presenza di una maggiore dominanza di lattobacilli nelle donne che avevano raggiunto la gravidanza entro un anno, rispetto a quelle che non avevano ottenuto la gravidanza.

Inoltre, nel gruppo delle donne non incinte a distanza di un anno, era risultata significativamente più abbondante la presenza di Gardnerella vaginalis.

Considerando questi risultati, i generi su cui si sono focalizzate le analisi della seconda fase sono stati i lattobacilli e Gardnerella, allo scopo di verificare l’associazione individuata nella prima fase.

Da queste analisi è risultato che le donne con un microbiota a prevalenza L. iners avevano avuto un tasso di fecondità significativamente inferiore rispetto alle donne a predominanza lattobacilli e ridotta presenza di Gardnerella.

Inoltre, è stato evidenziato come l’elevata presenza di L. crispatus si associ positivamente alla fertilità femminile.

Da qui anche l’osservazione che non tutti i lattobacilli vaginali hanno lo stesso significato in chiave eubiotica, ma al contrario possono predisporre a condizioni opposte.

Ciò che viene sottolineato dagli autori è la possibilità di predire il successo della gravidanza attraverso l’analisi precoce del microbiota vaginale.

Il vantaggio di avere un microbiota vaginale a predominanza lattobacilli, e soprattutto L. crispatus, è dato dalla produzione di acido lattico che consente di mantenere basso il pH vaginale e di evitare l’attacco di patogeni, che a loro volta causerebbero infiammazione, produrrebbero un microbiota disbiotico e, come conseguenza ultima, ostacolerebbero l’instaurarsi della gravidanza.

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