Come contrastare gli effetti collaterali e migliorare la compliance all’uso degli analoghi del GnRH nelle donne con endometriosi?

Il sintomo caratteristico dell’endometriosi, laddove presente in quanto la malattia può anche essere asintomatica, è il dolore: nel periodo peri-mestruale e mestruale, durante la defecazione e i rapporti sessuali.

Si tratta di un dolore cronico che per alcune donne diventa un fattore invalidante.

Altro aspetto da tenere in considerazione è il fenomeno della recidiva che si verifica nel 72% delle donne sottoposte ad intervento chirurgico a 7 anni dall’operazione.

La gestione farmacologica e chirurgica della paziente con endometriosi risulta fondamentale per migliorare gli esiti della patologia.

Nella review del 2021 Using GnRH analogues to reduce endometriosis recurrence after surgery: a double-edged sword i ricercatori mirano ad analizzare l’uso degli analoghi dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) nel management della donna con endometriosi, ritenendolo un’arma a doppio taglio, per la sua efficacia ma anche per i suoi effetti collaterali che ne limitano l’uso e l’aderenza alla terapia.

Quali sono i limiti degli analoghi del GnRH nelle donne con endometriosi?

Le donne con sospetta endometriosi che presentano dolore cronico, vengono trattate farmacologicamente mediante contraccettivi orali e FANS.

Gli analoghi del GnRH rappresentano una terapia di seconda linea nel dolore endometriale, riservata ai casi in cui fallisca la terapia sopracitata.

Questo approccio è dovuto al fatto che, pur avendo una buona efficacia, gli analoghi delle gonadotropine mostrano effetti collaterali a volte totalmente invalidanti che ne pregiudicano uso e aderenza alla terapia da parte delle pazienti. Tali farmaci, infatti, regolano l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi inibendo la produzione degli ormoni FSH e LH e di conseguenza riducendo gli effetti degli estrogeni.

Questo meccanismo, necessario in quanto gli estrogeni stimolano l’endometrio, porta a numerosi effetti collaterali ipoestrogenici quali riduzione della densità minerale ossea, vampate di calore, sudorazione, disturbi del sonno e dell’umore, che in alcune donne possono essere talmente invalidanti da pregiudicarne la terapia.

Nel post-operatorio, l’uso degli analoghi del GnRH risulta fondamentale per ridurre le piccole lesioni che potrebbero essere sfuggite al chirurgo, prevenendo anche la formazione di nuove lesioni.

Risultati dello studio

Uno degli approcci utilizzati dai clinici per ridurre la sintomatologia simil-climaterica indotta dagli analoghi delle gonadotropine è rappresentato dall’uso di estrogeni a basso dosaggio.

Purtroppo, anche questa terapia ha numerosi limiti clinici e psicologici da parte delle pazienti; ecco perché si è alla continua ricerca di sostanze “naturali” con documentata efficacia da poter utilizzare in questi casi.

Nello studio Efficacy and Safety of Remifemin on Peri-Menopausal Symptoms Induced by Post-Operative GnRH-a Therapy for Endometriosis: A Randomized Study versus Tibolone i ricercatori hanno testato l’efficacia dell’estratto isopropanolico di Cimicifuga racemosa noto come Remifemin in confronto al Tibolone nelle donne in post-operatorio per endometriosi trattate con Goserelin®.

 

Dopo la terapia con l’analogo del GnRH i punteggi dell’indice di Kupperman (KMI) e il numero di vampate sono aumentati significativamente.

Il gruppo è stato poi randomizzato e le pazienti divise in due trattamenti: Remifemin 2cpr/die vs Tibolone 2.5mg/die per la durata di 3 mesi.

A fine studio in entrambi i gruppi l’indice di Kupperman e il numero di vampate si sono ridotti in maniera sovrapponibile.

Anche lo spessore dell’endometrio risultava diminuito notevolmente mentre il livello di E2 nel gruppo Remifemin era inferiore a quello del gruppo Tibolone.

Inoltre, il gruppo Remifemin ha avuto meno eventi avversi.

Lo studio dimostra che Remifemin potrebbe rappresentare una alternativa efficace e sicura da associare agli analoghi del GnRH nelle donne trattate per endometriosi al fine di ridurre gli effetti ipoestrogenici e migliorare l’aderenza alla terapia.

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