Uso di Enterococcus faecium L3 come probiotico: perché ci conviene?
Quando si parla di integratori probiotici, i generi batterici che vengono in mente per primi solitamente sono i bifidobatteri, i lattobacilli e gli streptococchi.
In realtà, alcuni enterococchi ben selezionati possono offrire dei notevoli vantaggi nella bacterial care intestinale: tra questi, l’Enterococcus faecium L3 è uno dei ceppi che ha dimostrato le migliori performance, soprattutto come bonificante da batteri patogeni intestinali e come enhancer di altri ceppi probiotici.
Enterococcus è un genere di batteri lattacidi che normalmente colonizza l’intestino dei mammiferi, compreso l’uomo.
Gli enterococchi sono tra i primi colonizzatori batterici dopo la nascita e sono in grado di proliferare sia nell’intestino crasso che in quello tenue; inoltre, hanno una lunga storia di utilizzo a scopo alimentare, essendo stati usati già in tempi remoti come starter per la preparazione di prodotti fermentati da latte, carne o verdure.
Allo stesso tempo, però, al genere Enterococcus, di specie sia faecium che faecalis, appartengono batteri altamente patogeni per l’uomo; dunque, risulta fondamentale selezionare quei ceppi che non presentano patogenicità potenziale ma solo benefici per la salute umana.
Lo studio Enterococcus as probiotics: what is the advantage? riassume le caratteristiche genetiche del ceppo probiotico Enterococcus faecium L3, utilizzato da più di un ventennio in diversi paesi occidentali come probiotico per il trattamento di problematiche gastro-intestinali, pancreatiche ed epatiche, ed in tempi più recenti anche nelle manifestazioni allergiche, tanto negli adulti che nei bambini.
Il ceppo L3 è stato originariamente isolato da colture starter utilizzate nell’industria alimentare russa per la preparazione di yogurt e creme di latte; successivamente è stato completamente caratterizzato a livello microbiologico e genetico, testato per l’assenza di geni di virulenza, la sicurezza negli animali da laboratorio e le caratteristiche probiotiche, ed infine registrato presso la ceppoteca belga di Ghent col codice IDA LMG P-27496. Il ceppo è molto stabile a pH fortemente acido e molto resistente alle alte temperature.
Antagonismo di Enterococcus faecium L3 vs i patogeni
Il tratto caratterizzante il ceppo L3 è il suo antagonismo insolitamente alto contro diversi batteri patogeni, decisamente superiore sia a quello di altri batteri probiotici di genere diverso ma anche di altri noti ceppi di enterococchi probiotici.
L’attività antagonista superiore si esplica contro streptococchi patogeni del Gruppo A (S.agalactiae) e del Gruppo B, patogeni Gram-negativi (Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Klebsiella pneumoniae) e Gram-positivi (Listeria monocytogenes), funghi patogeni come Candida albicans e addirittura alcuni virus, tra cui Herpes simplex e virus influenzali.
L’attività antimicrobica è dovuta a diversi fattori, inclusa la produzione di acido lattico che inibisce la crescita di batteri e virus sensibili, di enzimi che depletano gli altri batteri di metaboliti essenziali ma soprattutto di specifici prodotti antimicrobici come le batteriocine. Le batteriocine del ceppo L3 a rilevanza antimicrobica sono chiamate enterocina A ed enterocina B, appartenenti al gruppo dei peptidi antimicrobici di Classe II e la cui espressione genica è accuratamente regolata; esse sono in grado di attuare un’azione litica sulle pareti batteriche antagoniste fino a provocare la morte del batterio aggredito.
La struttura genetica del DNA circolare di E.faecium L3 è stata totalmente decodificata con le più moderne tecniche di analisi del DNA; non sono stati rilevati geni né per la sintesi di fattori di virulenza né per la resistenza antibiotica.
È stata invece verificata la presenza di geni che codificano per le vie biochimiche coinvolte nella sintesi di vitamine B1, B2, B6, acido folico e lipoico, ma anche butirrato.
È pure presente un plasmide, libero anch’esso da fattori di virulenza, che esprime geni in grado di permettere al ceppo di crescere efficacemente su substrati ricchi di lattosio e mannosio, rendendolo facilmente coltivabile a livello industriale, ma che vede anche la presenza di un locus CRISPR, struttura genetica antivirale, coincidente con la stabilità tecnologica del ceppo E. faecium L3.
I dati presentati nello studio dimostrano che il ceppo L3 possiede un insieme unico di strumenti genetici in grado di uccidere alcuni tra i più importanti patogeni nell’intestino umano, abbattendo sia la possibile patogenicità che la quota di LPS pro-infiammatorio a carico dei batteri Gram-negativi, ma anche di rifornire l’organismo di utili metaboliti e vitamine.
Tali caratteristiche lo rendono anche un ottimo enhancer di altri probiotici, in quanto capace di creare spazio fisico per la loro colonizzazione.
È anche importante notare che il ceppo è esente da fattori di virulenza, tossine e ammine biogene che sono i principali ostacoli all’uso dei ceppi di Enterococcus faecium come probiotici intestinali.