Home » Gastroenterologia » Pagina 7

Gastroenterologia

Uso di Enterococcus faecium L3 come probiotico: perché ci conviene?

Il tratto caratterizzante l’E. faecium L3 è l’antagonismo insolitamente alto contro streptococchi patogeni del Gruppo A (S. agalactiae) e del Gruppo B, patogeni Gram-negativi (Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae) e Gram-positivi (Listeria monocytogenes), funghi patogeni come Candida albicans e addirittura alcuni virus, tra cui Herpes simplex e virus influenzali.

Dispepsia funzionale:
il doppio problema della
dismotilità gastrica e
intestinale

L’attività clinica di una combinazione di 300 mg di estratto di radice zenzero con 150 mg di estratto bifrazionato di foglie di perilla è testata su 58 pazienti con diagnosi di dispepsia (1 cpr 30 minuti prima di pranzo e 1 cpr 30 minuti prima di cena).
Dopo 14 giorni la sintomatologia si è complessivamente ridotta di oltre il 70% in media; la tollerabilità è stata di 8,3/10 e l’aderenza di oltre il 95%.

Disordini gastrointestinali correlati al glutine e microbiota

Partendo dal presupposto che la celiachia è un’enteropatia autoimmune innescata dall’ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti, risulta importante studiarne le correlazioni con la disbiosi intestinale poiché un’alterazione nel microbiota intestinale può favorire o anticipare l’insorgenza di celiachia o aggravarne i sintomi, favorendo danni alla mucosa e alla sua capacità di ostacolare il passaggio di microrganismi dal lume intestinale ad altri distretti del corpo.

Aggiornamenti sulla sensibilità al glutine non-celiaca e microbiota

I rilievi bioptici intestinali suggeriscono che il sistema immunitario innato ed adattativo siano coinvolti nell’innesco dell’infiammazione intestinale che si verifica nella sensibilità al glutine non-celiaca (NCGS).
Il meccanismo fisiopatogenico prevede anche una disbiosi caratterizzata da diminuzione di Firmicutes e/o Bifidobacterium ed aumento di Bacteroides ed Escherichia coli.

B. longum ES1 in bambini celiaci aumenta il percentile dell’altezza

Il microbiota duodenale e fecale di bambini celiaci risulta sbilanciato.
L’aggiunta di B.longum ES1 ad una dieta senza glutine conduce ad uno shift del microbiota, con riduzione di batteri pro-infiammatori ed aumento di generi eubiotici, e alla riduzione dei linfociti T attivati e delle IgA secretorie fecali con tendenza alla riduzione dei marker infiammatori.

IBS: nuove evidenze
nel ridurre
la sintomatologia

Il microbiota intestinale e l’infiammazione di basso grado sembra giochino un ruolo chiave nell’instaurarsi della sintomatologia tipica dell’IBS.
L’uso del probiotico contenente Bifidobacterium longum ES1, già noto per le sue attività antinfiammatorie ed eubiotiche, si è evidenziato utile nel ridurre la sintomatologia dell’IBS, in particolare nei pazienti con alvo diarroico.

Malattia diverticolare non complicata: come ridurre la sintomatologia?

La rifaximina riduce tutti i sintomi della malattia diverticolare non complicata. L’utilizzo concomitante di Bifidobacterium longum W11 e rifaximina dimostra di ridurre i giorni totali di cura e di migliora l’aderenza alla terapia. Questa strategia è vincente perché B. longum W11 è resistente all’antibiotico.

I bifidobatteri possono migliorare la gestione dei pazienti COVID-19?

La patologia virale da SARS-CoV-2 è caratterizzata da una risposta iper-immune, nota anche come “tempesta citochinica” responsabile dell’esacerbazione dei sintomi. L’uso di Bifidobacterium animalis subsp. lactis BB12 sembra migliorare la risposta immunitaria nell’uomo durante l’infezione da COVID-19.

Come la dieta ed il microbiota influenzano l’IBD?

Diversi studi recenti supportano l’ipotesi che l’esordio dell’IBD sia dovuto ad una combinazione ed interazione di fattori genetici, immunitari ed ambientali e, in particolare, si ritiene che l’innesco e la remissione dei sintomi siano collegati alla dieta ed al microbiota intestinale.