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Gastroenterologia

Microbiota intestinale e celiachia: causa, conseguenza o coevoluzione?

Indipendentemente dalla Gluten-Free Diet (GDF) nel celiaco si assiste ad una riduzione del genere Bifidobacterium, in particolare della specie longum, e ad un aumento dei batteri potenzialmente patogeni (Enterobacteriaceae).
La risposta infiammatoria innescata dalla disbiosi sembra essere causa dell’instaurarsi della malattia ed è all’origine anche del mantenimento dei sintomi intestinali che colpisce alcuni soggetti nonostante la GFD.

È possibile formulare un prebiotico di precisione?

I prebiotici hanno il limite di un’azione non specifica che può causare dolore, gonfiore e distensione addominale.
Studio italiano ha evidenziato l’efficacia di Fibradis®, prebiotico contenente fibre bifidogeniche e lattogeniche in una proporzione corrispondente a quella dei due generi che nutrono, in pazienti con IBS. Dopo 14 giorni sono migliorati meteorismo, flatulenza e costipazione, con risoluzione dell’alvo alterno e diarrea.

Quanto è utile l’analisi del microbiota nella pratica clinica?

Un lavoro pubblicato a luglio del 2023 ha messo in luce come l’utilizzo del test del microbiota intestinale possa essere di grande vantaggio nella pratica clinica.
All’interno del lavoro è descritto un caso clinico che mette in evidenza come l’analisi del microbiota consenta di ottenere i dettagli necessari per una corretta diagnosi e per l’approccio terapeutico più appropriato, senza l’impiego di tecniche più invasive.

La combinazione di due ingredienti vegetali come innovazione nella dispepsia funzionale

Dispepril®, contenente 300 mg di estratto di radice di zenzero, ad elevata concentrazione in gingeroli e shogaoli, e 150 mg di estratto bifrazionato di foglie di perilla, riesce a gestire a 360 gradi i sintomi dispeptici: incrementa la motilità intestinale e normalizza i tempi di svuotamento gastrico.
Studio italiano ne valuta positivamente l’efficacia evidenziando come tutti i sintomi si riducano già dopo 7 giorni, fino ad arrivare ad una diminuzione di oltre il 70% di media dopo 14 giorni.

Quale probiotico per il paziente con IBS-D e sensibilità al glutine?

Studi evidenziano come Bifidobacterium longum ES1, in add on alla dieta aglutinata in pazienti con sensibilità al glutine e celiachia, sia capace di digerire le contaminazioni di gliadina e migliorare lo stato del microbiota intestinale.
Questo doppio beneficio consente di gestire il paziente con IBS-D e sensibilità al glutine, considerata da alcuni come un sottotipo di IBS-D.

Clinical trial: la berberina come possibile terapia nella diarrea da IBS

Varie categorie di farmaci sono state proposte nell’IBS-D per ridurre la sintomatologia come gli antispastici, gli antagonisti della dopamina, gli antagonisti 5-HT3, ecc.
Tuttavia, ad oggi non esiste una cura efficace definita per i sintomi di questa patologia.
Recentemente è stata testata la berberina per valutarne l’effetto nel migliorare la sintomatologia diarroica.

Next Generation Probiotics e IBS-D: il caso del Clostridium butyricum

Studio pubblicato su una rivista del gruppo Nature ha indagato l’efficacia e la sicurezza, in pazienti con IBS-D, di C. butyricum CBM 588, ceppo sporigeno produttore endogeno di butirrato.
Al termine dello studio è stata registrata una riduzione media dell’IBS-SSS di 62 punti nel gruppo intervento contro i 41 punti del gruppo placebo.
Rispetto all’inizio dello studio C. butyricum CBM 588 ha anche mediamente ridotto le evacuazioni giornaliere di 2 episodi.

Una prolil-endoproteasi in aiuto alla sensibilità al glutine

Studio recente ha investigato l’efficacia degradativa sul glutine del TOLERASE® G.
La misurazione della concentrazione di α-gliadina ha dimostrato che nello stomaco il glutine è stato velocemente degradato già dopo 60 minuti dal pasto, rispetto al placebo dove lo stesso risultato si ottiene a 180 minuti dall’ingestione.
In questo modo, a livello duodenale, non risultava alcuna traccia di gliadina.

IBS e costipazione (IBS-C): il razionale di una combinazione efficace

Nella costipazione è vantaggioso sia utilizzare lassativi formanti massa che, richiamando acqua nell’intestino, facilitano l’evacuazione, sia agire sul microbiota intestinale per ottenere un beneficio più duraturo.
Il probiotico B. longum W11 si è dimostrato particolarmente efficace per la sua capacità di ridurre i Clostridiales, base del problema stipsi.
Per trattare più velocemente il sintomo costipazione, risulta invece ottimale la combinazione sinergica di psillio e melatonina.

Bifidobacterium longum W11: tutti i vantaggi del suo utilizzo

B. longum W11 resiste a pH acido e bile ed ha ottime capacità di adesione alla mucosa intestinale e di colonizzazione.
La sua caratteristica eccezionale è la sua resistenza alla rifaximina che ne permette l’uso in add-on all’antibiotico allo scopo di mitigarne gli effetti negativi ed ottimizzarne i risultati clinici.
Altra peculiarità è l’attività anti-stipsi del W11 che dimostra di aumentare la motilità ed il numero di evacuazioni.