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Gastroenterologia

B. longum e arabinani: un “dialogo nutrizionale” nel core del microbiota intestinale dell’adulto

Studio recente pubblicato su Cell Press individua determinati ceppi probiotici di longum capaci di degradare gli arabinani, competenza metabolica che conferisce loro un notevole vantaggio ecologico.
Da qui si rende logica l’idea di progettare interventi terapeutici personalizzati che combinino ceppi di longum probiotici con substrati prebiotici funzionali ricchi di arabinani, come la pectina.

La salute gastrointestinale può essere migliorata in modo efficace? Risponde la clinica

Studio clinico pilota attesta l’efficacia di un estratto di Perilla frutescens sull’effettivo miglioramento del discomfort intestinale.
Infatti, in pazienti che lo hanno assunto per 4 settimane continuative, rispetto agli assuntori di placebo, si è verificata una riduzione notevole e duratura di tutti i parametri considerati, ovvero gonfiore, eruttazioni, borborigmi, sensazione di pienezza e fastidio addominale.

Quale ruolo può ricoprire l’assunzione di berberina nella sintomatologia da IBS-D?

La letteratura scientifica riporta come la berberina agisca migliorando l’assorbimento di acqua nel lume intestinale e riducendo la motilità intestinale.
Alcuni ricercatori, partendo da questi assunti, hanno dimostrato l’efficacia di un trattamento a base di berberina nel ridurre frequenza degli episodi di diarrea, IBS score e dolore addominale, migliorando al contempo la qualità di vita dei pazienti arruolati, affetti da IBS-D.

Approccio pragmatico, diverso dal farmaco, al trattamento della diarrea non-organica

Studio italiano dimostra l’efficacia terapeutica di un nutraceutico a base di berberina, melatonina e gomma di guar (Dibiesse®).
In particolare, la somministrazione di 1 cpr ogni 12 ore per 90 giorni a pazienti con diarrea funzionale o da IBS-D ha ridotto del 66% la frequenza evacuativa e ha portato la quasi totalità dei soggetti ad una normalizzazione della consistenza fecale e alla riduzione dello score sintomatologico.

Zonulina sierica e sintomatologia da IBS: quali correlazioni e soluzioni terapeutiche?

Ricercatori dimostrano come la zonulina sierica sia sovraregolata nei pazienti affetti da IBS, con livelli paragonabili a quelli di pazienti celiaci.
Il Bifidobacterium longum ES1 può essere razionalmente impiegato in tali soggetti per il ripristino dell’integrità mucosale e la diminuzione del discomfort intestinale, grazie alla sua capacità clinica di ridurre efficacemente zonulina sierica, indice di permeabilità intestinale e sintomatologia da IBS.

Terapie probiotiche nell’IBS: innovazione all’avanguardia o perpetua illusione?

Recente review sistematica e metanalisi hanno raccolto le evidenze cliniche più recenti e quotate, dimostrando come i probiotici possano effettivamente alleviare la sintomatologia da IBS, soprattutto se somministrati in dosi elevate.
La miglior logica d’uso prevedrebbe di tener conto del sottotipo di IBS e delle caratteristiche di ciascun ceppo batterico per avere attività organo-specifica.

Perché scegliere probiotici a base di bifidobatteri piuttosto che di lattobacilli è una scelta logica

Nuovo studio approfondisce il ruolo cruciale che ricoprono i bifidobatteri nella salute umana e nel futuro dei probiotici.
Assodato che la scelta di un probiotico debba tener conto delle specifiche di ceppo e della sua capacità di raggiungere e adattarsi all’ambiente a cui è destinato, i bifidobatteri risultano una scelta vincente date le numerose attività benefiche e il forte adattamento all’ambiente intestinale.

Terapia batterica per IBS-D: promettenti risultati da uno studio clinico pilota

La ridotta concentrazione intestinale di bifidobatteri è stata più volte associata alla gravità dei dolori addominali e al numero di evacuazioni giornaliere di pazienti con IBS-D.
Un recente studio pilota valida gli effetti benefici del probiotico Bifidobacterium longum ES1 sul miglioramento dei parametri clinici e sierologici dei soggetti arruolati affetti da IBS-D.