Studio pilota dimostra che il probiotico Streptococcus salivarius K12, riducendo l’incidenza di faringotonsillite da SBEA, è una soluzione preventiva all’uso di antibiotico con riduzione del 72% dei casi di tonsillectomia.
I dati più recenti attribuiscono all’eziologia delle IBD una combinazione di fattori tra quelli genetici, immunitari e una ridotta biodiversità del microbiota intestinale: la disbiosi aumenta la permeabilità favorendo l’ingresso di peptidi pro-infiammatori che accentuano la malattia.
Poiché la sintomatologia climaterica risente dell’aspetto psicologico e la letteratura attribuisce al placebo una riduzione delle vampate e della sudorazione assimilabile a quella dei prodotti assunti dalla donna in modo autonomo, perché non consigliare un integratore con un’efficacia superiore al placebo?
I dati più recenti attribuiscono all’eziologia delle IBD una combinazione di fattori tra quelli genetici, immunitari e una ridotta biodiversità del microbiota intestinale: la disbiosi aumenta la permeabilità favorendo l’ingresso di peptidi pro-infiammatori che accentuano la malattia.
Studi recenti supportano l’ipotesi che la sindrome PFAPA sia una malattia che coinvolga un complesso molecolare noto come inflammasoma che potrebbe essere attivato da stimoli ambientali quali batteri pro-infiammatori responsabili dell’innesco della cascata infiammatoria.
In alcune patologie ormono-dipendenti come il carcinoma mammario, dell’ovaio e dell’endometrio, la cura farmacologia ha lo scopo di ridurre la circolazione degli estrogeni causando però l’insorgenza di una menopausa iatrogena i cui sintomi vasomotori e psichici possono incidere sulla compliance alla terapia.
La sintomatologia climaterica può essere fisiologica o indotta farmacologicamente; nelle donne che per qualsiasi ragione non possono essere trattate con la terapia ormonale sostitutiva (HRT), si pone la necessità di alternative efficaci ma soprattutto con un elevato grado di sicurezza.
Alcuni pazienti con IBS vedono accentuarsi la patologia quando ingeriscono alimenti contenenti glutine, definendo una nuova condizione patologica emergente chiamata sensibilità al glutine o al grano di tipo non celiaca.
La sindrome metabolica aumenta di 2 volte gli esisti cardiovascolari e di 1,5 volte la mortalità per tutte le cause. Il meccanismo fisiopatologico più accreditato sembra individuare nell’obesità e nell’insulino-resistenza i trigger per uno stato protrombotico e proinfiammatorio che condiziona gli eventi cardiovascolari.
L’attuale terapia nei celiaci è la dieta priva di glutine. Con lo sviluppo di nuove terapie vengono studiati anche approcci ulteriori come la modulazione del microbiota intestinale: prove sempre maggiori gli attribuiscono un ruolo chiave sia nell’inizio della patologia che nel mantenimento della sintomatologia.
