L’ormesi, fenomeno biologico, farmacologico e tossicologico che evidenzia la stimolazione a basse dosi e l’inibizione ad alte dosi da parte di una stessa sostanza, prova in modo scientificamente ineccepibile la frequenza e la realtà del fenomeno dell’inversione degli effetti di un medicinale secondo le dosi.
Le diverse strategie per ridurre i microbi orali responsabili dell’alitosi devono essere effettuate quotidianamente ed il beneficio è solo a breve termine. L’aggiunta del probiotico orale Streptococcus salivarius K12 migliora l’esito ed il mantenimento dell’efficacia dei trattamenti.
La chemioterapia rappresenta uno dei mezzi più importanti per trattare il K mammario. Oggi la ricerca sta studiando la capacità della berberina di invertire la resistenza al chemioterapico su cellule di carcinoma mammario trattate con doxorubicina.
La ricerca sta evidenziando come una dominanza vaginale di Lactobacillus crispatus, il più performante nel ridurre il pH vaginale, nel produrre perossido d’idrogeno e nella presenza di lattato, diminuisca significativamente il rischio di parto pretermine rispetto alla predominanza di altre specie lattobacillari.
La ricerca più recente attribuisce alla berberina una significativa attività nel ridurre i parametri lipidici e glucidici, candidandola come nuova terapia nelle malattie cardiovascolari dato che, nonostante il progresso delle nuove terapie, la prognosi a lungo termine è ancora scoraggiante.
Un recente articolo ha esaminato tutte le pubblicazioni dal 2003 al 2016 validando l’efficacia del probiotico orale Streptococcus salivarius K12 nella prevenzione delle infezioni virali e batteriche che colpiscono l’orecchio medio e la cavità orale, sia nei bambini ricorrenti che nei sani.
La rifaximina riduce tutti i sintomi della malattia diverticolare non complicata. L’utilizzo concomitante di Bifidobacterium longum W11 e rifaximina dimostra di ridurre i giorni totali di cura e di migliora l’aderenza alla terapia. Questa strategia è vincente perché B. longum W11 è resistente all’antibiotico.
Recentemente il microbiota del tratto urogenitale è stato identificato come fattore prognostico dell’esito della fecondazione assistita: l’abbondanza di Lactobacillus crispatus risulta altamente significativa nelle donne che riescono a rimanere incinte dopo FIVET o ICSI.
Scoprire, diagnosticare e curare i disturbi funzionali e i disturbi di regolazione il più precocemente possibile è fondamentale per evitare che il perdurare delle condizioni disfunzionali evolva in patologia organo-tissutale o addirittura in sofferenza globale e per ottimizzare la capacità di risposta dell’organismo stesso.
In un articolo appena pubblicato su Nature si analizzano le cellule senescenti dei malati gravi da COVID-19 ipotizzando che queste possano essere un nuovo target terapeutico per contrastare la tempesta citochinica responsabile dell’aggravamento dei sintomi nei soggetti positivi al virus.
