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Microbiota vaginale e vescicale:
c’è correlazione?

Dalle analisi del microbiota di donne con incontinenza urinaria mista prima dell’intervento chirurgico si evidenzia che non ci sono differenze significative riguardo la composizione del microbiota urinario mentre la presenza dominante di lattobacilli nel microbiota vaginale caratterizza i soggetti responder all’intervento rispetto ai non-responder che presentano invece un microbiota vaginale con biodiversità maggiore e dominanza di Prevotella.

Qual è il ruolo delle IgA e IgG nel tratto genitale femminile?

Il microbiota vaginale dominato da L. crispatus presenta un livello più elevato di IgA.
Poiché le IgA legate ai batteri esprimono maggiore potenzialità antinfiammatoria, questo predispone le donne a dominanza crispatus ad una minore reattività immunogena ai patogeni collegati alla vaginosi batterica (Gardnerella, Atopobium, Prevotella etc.) e ad una maggiore stabilità del microbiota vaginale, rispetto a quelle a dominanza di L.iners o a bassa presenza di lattobacilli.

È possibile prevenire le gastroenteriti acute con un probiotico?

L’uso dei probiotici potrebbe essere un valido supporto nella profilassi della gastroenterite acuta (AGE) ma si dovrebbero prediligere quelli che contengono ceppi ben definiti in termini di genomica, stabilità, vitalità e colonizzazione ed altamente documentati per quanto riguarda il profilo di sicurezza, in particolare per gli effetti clinici che ne attestano l’efficacia.

Il ruolo dei nutraceutici nel paziente intollerante alle statine

Nei soggetti che non tollerano un trattamento a base di statine si può intervenire con il nutraceutico, che però non contenga monacolina K, in supporto alla terapia farmacologica classica.
Tra tutte le sostanze la più attiva risulta la berberina a 500 – 1500 mg/die.
Inoltre, considerando il suo meccanismo non statino simile, è tra le sostanze che possono essere associate a tutte le terapie ipocolesterolemizzanti classiche.

Quali correlazioni tra microbiota vaginale, menopausa e atrofia vaginale?

È possibile individuare fattori predittivi della gravità dei sintomi genitourinari in menopausa: le donne con sintomi più severi hanno scarsa presenza di lattobacilli a livello vaginale mentre quelle con predominanza di Lactobacillus crispatus risultano le più protette.
L’assunzione di L. crispatus potrebbe essere una nuova strategia per il trattamento e la prevenzione della sindrome genitourinaria e dell’atrofia vulvo vaginale.

B. longum ES1 in bambini celiaci aumenta il percentile dell’altezza

Il microbiota duodenale e fecale di bambini celiaci risulta sbilanciato.
L’aggiunta di B.longum ES1 ad una dieta senza glutine conduce ad uno shift del microbiota, con riduzione di batteri pro-infiammatori ed aumento di generi eubiotici, e alla riduzione dei linfociti T attivati e delle IgA secretorie fecali con tendenza alla riduzione dei marker infiammatori.

Allergie nel bambino: il segreto è il microbiota intestinale

Diversi studi hanno dimostrato che i bambini allergici hanno una minore diversità batterica intestinale nella loro prima decade di vita rispetto a non allergici, con riduzione significativa del genere Bifidobacterium ed Enterococcus, una minore abbondanza di Akkermansia e Faecalibacterium ed un’eccessiva presenza di batteri Gram-negativi.
L’uso in profilassi di determinati ceppi probiotici potrebbe avere effetti benefici sulle allergie.

Descrizione dei modelli compositivi e significato clinico degli enterotipi umani

Gli enterotipi sono tre ed hanno un driver dominante: Bacteroides (Enterotipo 1), Prevotella (Enterotipo 2) (generi Gram negativi-phylum Bacteroidetes) e Ruminococcus (Enterotipo 3) (Gram positivo-phylum Firmicutes).
L’enterotipo, elaborato sulla base di ben precise dominanze batteriche, è un parametro semplice e riproducibile per ottenere informazioni in grado di orientare verso le più opportune scelte nutrizionali e terapeutiche.

Lactobacillus crispatus ed HPV: uno studio clinico ne valuta la correlazione

Numerosi studi hanno osservato una correlazione tra dominanza di lattobacilli nel microbiota vaginale, in particolare L. crispatus, e salute della donna.
L. crispatus è stato rintracciato più frequentemente in donne senza infezione da HPV.
Recentemente è stata evidenziata la capacità del ceppo L. crispatus M247 di colonizzare l’ambiente vaginale correlandolo a negativizzazione dell’HPV.
L. crispatus M247 può essere utile per limitare il ciclo di vita del virus.

Perché oncologi e ginecologi dovrebbero preoccuparsi dell’insulino-resistenza?

L’insulino-resistenza (IR) è un altro fattore di rischio per il cancro al seno. Quando è associata alla sindrome metabolica aumenta l’angiogenesi delle cellule tumorali creando un microambiente favorevole alla crescita del cancro.
La riduzione anche di un singolo parametro fra circonferenza vita, iperglicemia, IR e ipercolesterolemia è fortemente associata ad un minor rischio tumorale.