Modalità di inibizione di C. albicans: come possono i batteri modularne la crescita?

Candida albicans, lievito commensale del tratto gastrointestinale, appartiene al microbiota umano orale, vaginale e intestinale sani e condivide nicchie ecologiche con migliaia di specie batteriche; è però un patogeno opportunista che può arrivare a causare infezioni superficiali e invasive.

Il 75% delle donne incorre in almeno un episodio di candidosi vaginale nel corso della vita, quasi 400 milioni di donne soffrono attualmente di candidosi vulvovaginale ricorrente.

La review pubblicata recentemente su Cell Press Metagenomics and metabolomics approaches in the study of Candida albicans colonization of host niches: a framework for finding microbiome-based antifungal strategies riporta i meccanismi grazie ai quali i batteri che albergano nei microbioti intestinale e vaginale possono inibire la crescita di C. albicans.

Rilascio di metaboliti antifungini

La prima modalità di inibizione di C. albicans avviene attraverso il rilascio di metaboliti, in particolare gli SCFA. È stato segnalato infatti da vari autori come una diminuzione della produzione batterica intestinale di SCFA sia associata a un aumento della migrazione di C. albicans.

Tra gli SCFA il butirrato, in particolare, compromette la crescita di C. albicans e la sua germinazione.

È stato preso in esame anche l’effetto del metabolita lattato, grazie alle numerose testimonianze scientifiche sulla potenziale attività anti-C. albicans dei batteri produttori di acido lattico, nonché della presenza dello stesso nel normale ambiente vaginale.

Oltre ai metaboliti, i batteri possono anche rilasciare proteine che possono agire direttamente contro la virulenza di C. albicans: ne è un esempio il rilascio di EntV, una batteriocina prodotta da E. faecalis.

Coinvolgimento dell’immunità dell’ospite

La seconda modalità è la stimolazione, da parte dei batteri, delle difese immunitarie dell’ospite contro C. albicans per limitarne la crescita.

Gli SCFA possono modulare l’infiammazione dell’ospite promuovendo una risposta dalle cellule immunitarie.

In più, è stato dimostrato come il Lactobacillus crispatus, a livello vaginale, attivi la risposta immunitaria contro C. albicans modulando l’espressione dei recettori TLR 2 e TLR 4 a livello delle cellule epiteliali, inducendo di conseguenza la produzione di citochine e β-defensine.

Competizione tra commensali

Infine, un ulteriore meccanismo di regolazione avviene attraverso la competizione per nicchie, nutrienti e/o per l’adesione ai recettori epiteliali tra i batteri commensali e C. albicans, ad esempio sottraendole fonti di carbonio e azoto e riducendo la capacità di legarsi alle cellule.

Per tutte le ragioni finora elencate, batteri specifici potrebbero essere impiegati come probiotici per frenare la crescita di C. albicans e scongiurare l’insorgenza di una nuova o ricorrente infezione vaginale.