Alimentazione in menopausa: affrontare il dismetabolismo lipidico

L’articolo di Ko e Kim, Menopause-Associated Lipid Metabolic Disorders and Foods Beneficial for Postmenopausal Women, pubblicato su Nutrients, offre un prezioso contributo alla comprensione dei cambiamenti metabolici associati alla menopausa e, soprattutto, sottolinea l’importanza di un approccio nutrizionale mirato per affrontarli.

La menopausa e il metabolismo lipidico: un legame indissolubile

La menopausa è caratterizzata da profonde modificazioni ormonali che influenzano numerosi aspetti della salute femminile, incluso il metabolismo lipidico.

La forte riduzione degli estrogeni, infatti, produce una reazione a catena che causa aumento del colesterolo LDL (“cattivo”) e accumulo di grasso addominale viscerale nelle donne in menopausa, con conseguente aumento di peso.

L’aumento di grasso viscerale comporta un maggiore flusso di acidi grassi liberi al fegato e una maggiore resistenza insulinica, che contribuisce ulteriormente all’accumulo di grasso omentale e allo sviluppo di sindrome metabolica.

L’articolo approfondisce i meccanismi alla base di questa condizione, sottolineando come siano strettamente correlate a ipertensione, infiammazione cronica e all’aggravamento dei sintomi menopausali, nonché all’insorgenza di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e obesità.

Il ruolo dell'alimentazione

Di fronte a questo scenario, l’alimentazione emerge come uno dei principali strumenti per prevenire e gestire i disturbi metabolici associati alla menopausa.

Gli autori della review mettono in luce come una dieta equilibrata, ricca di nutrienti essenziali, possa contribuire a:

  • migliorare il profilo lipidico: L’assunzione di acidi grassi omega-3, presenti in pesci grassi, noci e semi, è fondamentale per ridurre i livelli di trigliceridi e aumentare quelli del colesterolo HDL (“buono”)
  • aumentare la sensibilità all’insulina: Alimenti ricchi di fibre, come frutta, verdura e cereali integrali, favoriscono un migliore controllo della glicemia e riducono il rischio di sviluppare resistenza all’insulina
  • proteggere le cellule dallo stress ossidativo: Antiossidanti e composti fitochimici, presenti in abbondanza in frutta, verdura e legumi colorati, contrastano l’azione dannosa dei radicali liberi, contribuendo a prevenire l’invecchiamento cellulare e le malattie croniche.

Composti fitochimici: il ruolo del timochinone

L’articolo dedica particolare attenzione al ruolo dei composti fitochimici nella prevenzione degli squilibri metabolici.

Tra questi ha di recente catturato l’attenzione il timochinone, un fitocomposto contenuto nella Nigella sativa, proprio per il suo ruolo anti-dislipidemico, antinfiammatorio e antiossidante.

Nella review The Use of Nigella sativa in Cardiometabolic Diseases, pubblicata recentemente da un gruppo italiano, si sottolinea proprio la capacità di questa molecola di ridurre il colesterolo e gli acidi grassi, inibendo l’enzima responsabile della sintesi di colesterolo e aumentando l’espressione dei recettori LDL.

Inoltre, si evidenzia anche l’azione insulino-sensibilizzante del timochinone, attraverso la riduzione di assorbimento del glucosio intestinale e la gluconeogenesi epatica.

La combinazione di queste caratteristiche rende il timochinone una molecola ideale per migliorare i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e la qualità della vita delle donne in menopausa.

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