Elevate efficacia e sicurezza dell’estratto isopropanolico
di Cimicifuga racemosa
sui sintomi della menopausa
Lo studio clinico Efficacy and tolerability of a medicinal product containing an isopropanolic black cohosh extract in Chinese women with menopausal symptoms: a randomized, double blind, parallel-controlled study versus tibolone, pubblicato su Maturitas, ha investigato il rapporto efficacia-sicurezza sui sintomi della menopausa dell’estratto isopropanolico di Cimicifuga racemosa (iCR), contenuto in Remifemin®, confrontandolo con quello del farmaco tibolone.
L’efficacia dell’estratto iCR
Lo studio, randomizzato, doppio-cieco e controllato, condotto su 244 donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni, confronta l’efficacia dell’estratto iCR con quella del tibolone sulla sintomatologia menopausale.
Tale sintomatologia è stata valutata mediante l’indice di Kupperman che prende in considerazione disturbi vasomotori, parestesie, insonnia, nervosismo, depressione, vertigini, fatica, mialgia e artralgia, cefalea, palpitazioni e formicolii.
I risultati dello studio, al termine del trattamento condotto per 12 settimane con due compresse/die di Remifemin® o una compressa/die di tibolone, hanno evidenziato come le due terapie abbiano un’efficacia sovrapponibile, in grado di ridurre significativamente l’indice di Kupperman dal valore iniziale di 24.7 a quello finale di 7.6, portando quindi alla risoluzione della sintomatologia.
La sicurezza dell’estratto iCR
Lo studio valuta anche l’incidenza degli eventi avversi quali dolori addominali, mastodinia, spotting o sanguinamento vaginale, edema e leucorrea.
Si è osservato come tali eventi si siano verificati in misura minore, in modo statisticamente significativo (p<0.0005), nel gruppo che ha assunto l’estratto di Cimicifuga racemosa.
Nessuna delle pazienti trattate con l’estratto iCR, al contrario di quelle che hanno assunto il tibolone, ha manifestato sanguinamento vaginale e solo poche di loro hanno avuto spotting.
Lo studio riporta inoltre come l’estratto di Cimicifuga racemosa in questione sia stato ampiamente studiato in letteratura, su oltre 11 mila donne, e sia riconosciuto con un trattamento terapeutico sicuro, anche in pazienti che non possono essere trattate con terapie ormonali sostitutive.