Cistiti ricorrenti: la permeabilità intestinale come campanello d’allarme?
Le cistiti ricorrenti sono una condizione molto diffusa soprattutto nella popolazione femminile. Studi stimano che le infezioni del tratto urinario interessino circa il 50% delle donne, delle quali il 20-30% sviluppano ricorrenza infettiva.
La letteratura scientifica sembra essere concorde sull’esistenza di una via ascendente retrograda, la via fecale-perineale-uretrale, che consiste nella colonizzazione da parte di batteri del microbiota fecale dell’introito vaginale e/o del meato uretrale, con conseguente colonizzazione della vescica tramite l’uretra.
Negli ultimi periodi, si sta facendo spazio la teoria dell’esistenza di un’asse intestino-vescica diretta, con un cross-talk importante tra il microbiota intestinale e quello urogenitale.
In questa via, lo stato della mucosa e il conseguente livello di permeabilità intestinale giocano un ruolo fondamentale nella patogenesi delle cistiti ricorrenti. L’intestino è riportato essere quindi un reservoir di batteri patogeni che traslocano dall’intestino direttamente in vescica.
Lo studio pubblicato a fine giugno 2022, Intestinal Permeability and Dysbiosis in Female Patients with Recurrent Cystitis: A pilot study, è stato condotto da un gruppo di ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma che ha cercato correlazioni dirette tra pazienti con cistiti ricorrenti e disturbi gastrointestinali, valutando la permeabilità intestinale di questi soggetti e il loro microbiota intestinale.
Disturbi intestinali e cistite
Lo studio ha visto il reclutamento di tre coorti di donne: 16 donne con cistiti ricorrenti (2 o più episodi nei precedenti 6 mesi o 3 episodi nell’anno precedente); 15 donne sane come controllo; 238 pazienti con accertata sintomatologia gastrointestinale.
L’endpoint principale dello studio è stato quello di valutare la permeabilità intestinale delle pazienti, analizzando successivamente il loro microbiota intestinale e l’incidenza nelle donne con cistiti ricorrenti di problemi gastrointestinali.
I risultati hanno evidenziato come al 68% delle pazienti con cistiti ricorrenti sia stata diagnosticata, durante la visita medica, una problematica intestinale, in particolare IBS, IBD, reflusso gastroesofageo o intolleranza al lattosio, cosa invece non diagnosticata nelle donne sane.
Di contro, nel 20% delle 238 donne con diagnosi precedente di patologia intestinale è stata diagnosticata la cistite ricorrente. Questi due importanti risultati vengono definiti, nello studio, come prove di una bella correlazione tra sintomatologia gastrointestinale e cistiti ricorrenti, causate evidentemente da squilibri del microbiota intestinale.
Permeabilità e microbiota intestinale
Ulteriore importante conferma è stata quella ottenuta dai risultati del test di permeabilità intestinale. Infatti, l’88% delle pazienti con cistiti ricorrenti sono risultate avere un’aumentata permeabilità intestinale rispetto ai soggetti sani utilizzati come controllo.
Questo risultato indica come nelle pazienti con cistiti ricorrenti l’integrità della mucosa sembri essere compromessa e come ciò possa causare il passaggio di batteri tipicamente causa di infezioni urinarie ricorrenti dall’intestino direttamente in vescica.
Dalle analisi del microbiota fecale delle pazienti infatti sono stati ritrovati generi batterici che sembrano essere potenziali marker di disbiosi intestinale nelle UTI come Ruminococcus, Blautia, Veilonella e Streptococcus, associati ad una ridotta biodiversità batterica rispetto alle donne del gruppo controllo. Associati a questi generi batterici, sono stati ritrovati anche patogeni tipici delle cistiti ricorrenti, dove E. coli, Streptococcus agalactie, Enterococcus faecalis e Proteus sono molto rappresentati.
Lo studio conclude evidenziando come un’aumentata permeabilità intestinale sia risultata essere all’interno dello studio una situazione caratterizzante le donne con cistiti ricorrenti, e di come la ricostruzione del microbiota intestinale e la conseguente integrità della mucosa intestinale, attraverso l’utilizzo di probiotici o addirittura di trapianto di microbiota fecale, possa essere una soluzione nella prevenzione di queste ricorrenze infettive.