Etnia e parto pretermine: cambiano le regole del
microbiota?

Negli Stati uniti, circa il 10% delle nascite sono pretermine, e questa percentuale cresce fino al 14% nelle donne afroamericane.

È risaputo in letteratura come il microbiota vaginale delle donne durante la gravidanza giochi un ruolo fondamentale anche nella tempistica del parto. Infatti, questo sembra insidiato dalle vaginosi batteriche, in cui i microrganismi patogeni sembrano essere in grado di risalire dall’ambiente vaginale fino alla cavità amniotica, portando a problematiche del parto.

Proprio le donne afroamericane sono riportate essere, nei vari studi presenti in letteratura scientifica, quelle più soggette a vaginosi batteriche e che sembrano presentare quindi, in ambito gravidanza, un microbiota vaginale più sfavorevole.

Nello studio Race, the vaginal microbiome, and spontaneous preterm birth, pubblicato nel maggio 2022, si è analizzato il microbiota di una larga coorte di donne statunitensi, bianche o afroamericane, cercando conferme sulla correlazione microbiota vaginale-parto pretermine, trovando anche le differenze principali tra le popolazioni batteriche delle donne di queste due etnie.

Microbiota vaginale e parto pretermine

Lo studio ha analizzato il microbiota vaginale di 464 donne bianche e 360 donne afroamericane, diventando quindi uno degli studi con popolazione studiata più ampia presenti in letteratura, riguardo l’argomento del parto pretermine.

L’analisi ha voluto valutare se ci fossero predisposizioni particolari nelle donne afroamericane al parto pretermine e se il microbiota delle donne prese in considerazione confermasse i dati già presenti nella letteratura mondiale.

I risultati hanno evidenziato come il microbiota delle donne che avevano avuto un parto pretermine spontaneo fosse significativamente associato ad una drastica riduzione della specie Lactobacillus crispatus, rispetto alle donne con parto a termine.

Questa caratteristica del microbiota vaginale rimaneva la medesima sia per quanto riguarda le donne bianche che le afroamericane.

Per quanto riguarda l’incidenza delle altre dominanze batteriche nel microbiota vaginale delle donne con parto pretermine, si è potuto notare come donne con dominanza L. iners avessero 1.69 volte in più la percentuale di parto pretermine rispetto a dominanza L. crispatus, e di come addirittura le donne con scarsa presenza di lattobacilli in vagina arrivassero ad avere il doppio della possibilità di avere parto pretermine rispetto alle crispatus.

Questi dati quindi, a detta degli autori dello studio, confermano la correlazione tra L. crispatus e stabilità del microbiota vaginale, arrivando ad essere un fattore di protezione verso il rischio di parto pretermine.

Etnia e microbiota vaginale

I risultati dello studio hanno evidenziato come il parto pretermine fosse maggiormente associato alla dominanza nel microbiota vaginale di L. iners o alla scarsa presenza lattobacillare, questo indipendentemente dall’etnia delle donne.

Ma come si spiegano quindi i dati di maggior incidenza di parto pretermine nelle donne afroamericane?

Gli autori spiegano che queste donne presentano un rischio maggiore di parto pretermine in quanto, anche dai dati presentati nello studio, hanno una maggiore incidenza proprio di microbiota vaginale dominato da L. iners o da altri batteri patogeni come Gardnerella.

La maggiore incidenza di parto pretermine in queste donne potrebbe quindi essere spiegata semplicemente dal fatto che, per situazioni sociali e abitudinarie, come una maggiore tendenza ad effettuare docce vaginali, le donne afroamericane presentano una ridotta quota di L. crispatus protettivo a livello vaginale.

Il L. crispatus infatti, grazie all’elevata capacità di acidificazione dell’ambiente vaginale, è in grado di preservare e combattere la presenza di batteri patogeni come Gardnerella che destabilizzano l’ambiente vaginale e che possono quindi portare a parto pretermine.

Il L. iners, di contro, migliora l’adesione proprio di Gardnerella alle cellule epiteliali, favorendone la co-abitazione.

Lo studio conclude quindi come non sia tanto una questione di etnia a favorire il parto pretermine, ma come piuttosto la presenza di un microbiota vaginale povero in L. crispatus sia predittivo di un maggiore rischio di parto pretermine, siano queste donne bianche o afroamericane.

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