Perché oncologi e ginecologi
dovrebbero preoccuparsi del BMI
e dell’ipercolesterolemia?
Il cancro al seno è la seconda causa più comune di morte per cancro tra le donne.
L’obesità, il sovrappeso, l’ipercolesterolemia e la sindrome metabolica si distinguono per la loro potenziale relazione causale con il cancro al seno ma il loro impatto è ampiamente influenzato da variabili tra cui la menopausa, il sottotipo di malattia e il livello di infiammazione sistemica indotta dall’adiposità.
La review Updating the role of obesity and cholesterol in breast cancer, pubblicata nel 2019 sulla rivista Breast Cancer Research, evidenzia come un BMI elevato si associ a un ridotto rischio di cancro al seno in premenopausa, mentre risulti fortemente correlato a un aumento del rischio dopo la menopausa; l’obesità post-menopausale sembra essere un fattore di rischio specialmente per l’insorgenza del tumore mammario estrogeno-positivo.
Correlazione fra rischio di cancro al seno e BMI
Una metanalisi citata nella review, comprendente più di 2,5 milioni di donne, ha mostrato che il rischio di cancro al seno in post-menopausa aumenti ad ogni aumento di 5 kg/m2 del BMI.
L’eccessivo apporto calorico e/o il ridotto dispendio calorico portano all’espansione dei compartimenti adiposi attraverso l’ipertrofia degli adipociti.
Queste condizioni cambiano la fisiologia del tessuto adiposo, causando disregolazione nella produzione di ormoni steroidei, delle adipochine e favorendo l’infiammazione subclinica cronica.
L’infiammazione del tessuto adiposo può effettivamente rappresentare il legame fisiologico tra obesità e cancro al seno, in quanto è associato all’attivazione di NF-κB e all’aumento dei livelli di fattori pro-infiammatori, con conseguente sovraregolazione dell’estradiolo.
Il risultato è che gli estrogeni prodotti localmente come risultato dell’infiammazione del tessuto adiposo potrebbero rappresentare i fattori chiave per lo sviluppo del cancro al seno ormone-dipendente nelle donne in post-menopausa.
Gli adipociti producono adiponectina e leptina, che partecipano alla regolazione dell’apporto calorico e del metabolismo, all’infiammazione, all’angiogenesi e alla proliferazione cellulare.
Le cellule del cancro al seno sono circondate e influenzate da questo microambiente.
La leptina appare essere fortemente coinvolta nella cancerogenesi mammaria e può contribuire ai meccanismi pro-infiammatori locali, soprattutto nei pazienti obesi.
C’è una correlazione positiva tra BMI e livelli di leptina mentre le concentrazioni di adiponectina sono correlate negativamente all’aumento di adiposità: è stato infatti osservato come l’aumentato rapporto leptina-adiponectina sia implicato nella trasformazione neoplastica e nella progressione tumorale.
Le cellule del cancro mammario sovraesprimono il recettore per la leptina, diventando così altamente suscettibili e influenzate dagli elevati livelli di leptina tipicamente osservati nei pazienti obesi; una ulteriore metanalisi citata nella review correla positivamente l’aumento dei livelli della leptina nelle pazienti con cancro al seno col rischio di metastasi e ridotta sopravvivenza.
Correlazione fra rischio di cancro al seno e ipercolesterolemia
L’ipercolesterolemia è una comorbidità comune nell’obesità; un recente studio prospettico che ha indagato l’associazione tra le concentrazioni lipidiche sieriche pre-diagnosi e il rischio di cancro al seno, ha riportato che, nel complesso, i lipidi sierici si associavano al rischio di cancro mammario, a prescindere dal BMI e dallo stato della sensibilità agli estrogeni del tumore.
In generale, quindi, il controllo terapeutico dei livelli sierici di colesterolo e delle LDL è fondamentale della riduzione del rischio di sviluppare un tumore al seno, in ogni fase della vita della donna e a maggior ragione nella menopausa.