Systematic Review: il probiotico S. salivarius K12 influenza lo stato di salute dell’orecchio e della cavità orale

Negli ultimi anni i probiotici hanno suscitato un notevole interesse nella comunità scientifica per il loro ruolo benefico per intestino, vagina, vie urinarie e anche cavo orale.

I probiotici sono definiti come microrganismi vivi e vitali che se somministrati in adeguate quantità conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite.

Nell’articolo Influence of Oral Probiotic Streptococcus salivarius K12 on Ear and Oral Cavity Health in Humans: Systematic Review i ricercatori hanno esaminato tutti gli articoli pubblicati dal 2003 al 2016 per validare l’efficacia del probiotico orale Streptococcus salivarius K12 nella prevenzione delle infezioni virali e batteriche che colpiscono l’orecchio medio e la cavità orale nei bambini.

Questo specifico ceppo, infatti, ha mostrato un’attività che lo rende unico e particolarmente interessante per l’uso clinico nella profilassi delle infezioni alle alte vie respiratorie: interferisce con la crescita di batteri patogeni che abitano nel rinofaringe e/o nella cavità orale, come lo S. pyogenes, grazie alla produzione di batteriocine.

Oltre a queste molecole battericide, possiede proprietà immunomodulatorie e di regolazione della risposta infiammatoria inibendo NF-kB e IL-8. Diversi lavori hanno dimostrato anche un’attività di protezione nei confronti dei virus per modulazione dei livelli di INF-ꝩ.

Quali sono le patologie pediatriche dove lo S. salivarius K12 può avere un risvolto positivo?

La faringotonsillite virale e batterica e l’otite media rappresentano tra le patologie infantili quelle con una maggiore incidenza in età scolare.

La faringotonsillite rappresenta la causa più frequente di visite e può colpire oltre il 50% dei bambini, mentre tra le patologie a maggiore impatto pediatrico rientra sicuramente l’OMA. Questa colpisce 8 bambini su 10 dopo l’inserimento in comunità con un dispendio notevole di farmaci (antibiotici e antinfiammatori) e di giorni d’assenza da scuola.

Oltre a queste infezioni che richiedono un intervento da parte del clinico, un problema che all’apparenza potrebbe sembrare meno grave ma che comporta una notevole influenza sociale ed economica è l’alitosi.  

Quali risultati clinici ha mostrato l’uso dello S. salivarius K12 in queste patologie?

Nella review sono stati considerati oltre 110 lavori che esaminavano lo S. salivarius K12 nell’arco temporale che andava dal 2003 al maggio 2016; i ricercatori ne hanno selezionato 68 rilevanti, di cui 9 con alta significatività.

In quasi tutti i lavori si somministrava il probiotico orale contenente S. salivarius K12 per 90 giorni ad uso profilattico, con un follow-up non inferiore ai 3 mesi dalla sospensione (uno studio aveva un follow-up di 6 mesi).

I bambini reclutati nei vari studi clinici erano sia ricorrenti alla patologia, che soggetti sani, e i lavori avevano come endpoint primario la riduzione dell’incidenza delle infezioni virali e batteriche a carico di orecchio e faringe.

L’uso profilattico dello S. salivarius K12 ha mostrato di ridurre la ricorrenza e l’incidenza delle faringotonsilliti virali e batteriche (positività allo Streptococcus pyogenes) di oltre il 90% rispetto ai controlli non trattati.

Seppur con una minore efficacia, il K12 ha mostrato di ridurre anche i casi di OMA nonché il ricorso a farmaci antibiotici e antinfiammatori e i giorni di assenza da scuola.

Durante il follow-up, i bambini mantenevano i risultati ottenuti durante il trattamento nei tre mesi successivi all’interruzione. Anche i risultati sull’alitosi hanno mostrato dati promettenti nei pochi lavori analizzati in questa patologia.

La ricerca sull’impatto dei probiotici orali sulla salute di orecchio e faringe è un campo relativamente giovane; la buona efficacia e la sua tollerabilità rendono il ceppo S. salivarius K12 un candidato da tenere in considerazione come profilassi per ridurre i casi di otite media acuta e faringotonsillite virale e batterica, sia nei soggetti ricorrenti che nei bambini sani.

I risultati ottenuti impongono lo sviluppo di lavori randomizzati prima di poter definire delle raccomandazioni cliniche specifiche.

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